Il mInistro della Salute ha reso noti i dati sugli aborti avvenuti nel 2022, l’ultimo dato utile, nella Relazione sull’attuazione della L.194/78 ( norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza).
Dopo anni di calo gli aborti tornano ad aumentare. Nel 2022, aumentano del 3,2% rispetto all’anno precedente, ovvero 2.008 aborti in più, per un totale di 65.661 interruzioni volontarie della gravidanza, con un tasso nelle donne fra i 15-49 anni arrivato di 5,6/mille (+ 5,1%). 1.861 IVG ( il 2,8%)sono state effettuate da ragazze minorenni.
La tendenza è generale e riguarda tutto il Paese.
Ormai, soprattutto al Nord, il 50,95% delle IVG avviene con il metodo farmacologico utilizzando il Mifepristone in associazione con le prostaglandine. Calano gli aborti eseguiti con metodo chirurgico.
In rapporto agli altri Paesi l’Italia mantiene la caratteristica di avere il numero di IVG più basso.
Ricorrono all’aborto soprattutto le donne con licenza media superiore (47,1%) e inferiore (33,6%) per un totale dell’80%. Il 49,0% lavora.
Gli aborti delle straniere
Sul totale delle IVG il 27,5% riguarda donne straniere. Dato che deve far riflettere dato che rappresenta più di un quarto di tutti gli aborti, mentre le donne straniere sono poco più del 4%.
Il 41,4% da donne senza figli.
Il 23,3% delle donne che abortiscono lo fa ripetutamente. Ed è questo uno degli aspetti più inquietanti, perché significa che considerano l’IVG un’alternativa alla contraccezione che, al di là di ogni valutazione etica o morale, rappresenta un costo evitabile per il sistema sanitario nazionale. Dato, questo, incomprensibile alla luce della facilità di accesso ai più comuni mezzi contraccettivi, prima fra tutti la pillola.
Il 95,6% degli aborti è eseguito presso strutture pubbliche, il 3,8% nelle cliniche convenzionate autorizzate. Il 90,2% senza necessità di ricovero.