“Agricoltura tra le terre della Valpolicella e dell’Adige” è il convegno che si è tenuto a Pescantina nelle giornate del 6 e 7 dicembre al Palchristmas, la tensostruttura allestita dall’amministrazione comunale per ospitare questo ed altri eventi di varia natura durante le festività natalizie.
I lavori sono stati aperti dal sindaco Aldo Vangi che ha sottolineato come sia la prima volta che Pescantina ospita un congresso agricolo di questa rilevanza, con relatori di livello nell’ambito delle varie branche del settore primario. «Per organizzarlo è stata scelta la sede di Pescantina per la sua posizione strategica ed al tempo stesso simbolica al centro “tra le terre della Valpolicella e dell’Adige”, due zone contigue ma con diversa vocazione agricola. La Valpolicella, vocata alla vitivinicoltura, e l’area pedecollinare e pianeggiante alla coltivazione sia della vite che della pesca ed altre pomacee. Obiettivo del convegno – ha dichiarato Vangi- è creare una sinergia virtuosa tra queste due zone nella prospettiva di creare nuovi orizzonti le produzioni agricole di queste due terre».
I temi trattati dai relatori hanno toccato l’evoluzione delle colture, le richieste del mercato, il cambiamento climatico, la globalizzazione dei mercati e le regole europee impongono un nuovo approccio razionale ed integrato rispetto ai problemi dell’Agricoltura ed individuare gli strumenti più adatti ad affrontare assieme il futuro della viticoltura, della frutticoltura e dell’ambiente.
Ha introdotto i lavori, moderati dal dr. Enzo Gambin, il dott. Giannantonio Conati, che ha fatto un’interessante ‘lezione’ sulla storia di Pescantina e del suo territorio, dalle origini preistoriche ai nostri giorni, nella quale ha spiegato anche che, contrariamente a quanto si crede generalmente, il nome del paese non deriva dalla coltura della pesca, molto recente, e nemmeno dalla presunta pescosità dell’Adige in corrispondenza del suo territorio, ma dal fatto che la sua fondazione ‘pesca’ sulle rive del fiume.
Hanno quindi preso la parola il dr. Silvano Zampini, della federazione dei dottori in Agraria ed il dr. Matteo Tedeschi, direttore generale del Consorzio per la tutela del vino Valpolicella che raccoglie 2.200 aziende vitivinicole della zona. Tedeschi nella sua relazione molto apprezzata ha trattato dello stato dell’arte della Denominazione Valpolicella, della peculiarità del territorio, degli aspetti produttivi e del posizionamento dei vini nel mondo e sui mercati di riferimento, senza trascurare un passaggio sulle attività di promozione e i nuovi sbocchi nel mercato in oriente.
Agricoltura e turismo accoppiata vincente
Sono seguiti gli interventi del responsabile di zona della Valpolicella Benaco Banca dr. Silvano Zampini e del presidente de presidente della Destination Verona Garda Foundation, dr Paolo Artelio, che ha sottolineato l’importanza della sinergia agricoltura-turismo, dato che la scelta per in-coming turistico è determinata, subito dopo l’ambiente e il paesaggio, dall’enogastronomia, settore evidentemente legato all’agricoltura.
Gli architetti Federico De Togni e Federica Todeschini hanno parlato delle prospettive urbanistiche ed ambientali di Pescantina in rapporto all’Adige.
La giornata di sabato, moderata dal dr. Antonio Armentano, è stata aperta dall’intervento di Marco Andreoli, consigliere regionale del Veneto presidente della Commissione Agricoltura. «Da gennaio – ha detto- torneremo a lavorare in commissione su provvedimenti che riguardano l’agricoltura con il progetto di legge sulle Identità Comunali, un nuovo riconoscimento che i nostri Comuni potranno richiedere per aggiungere valore, anche economico, ai propri prodotti agricoli identitari».
Ha quindi osservato come la frutticoltura soffra più degli altri comparti agricoli per via dei cambiamenti climatici, del difficile contrasto a parassiti ed agenti patogeni e della mancanza di manodopera. «Va meglio per la viticoltura e bisogna lavorare sulle altre denominazioni che hanno solo margini di crescita».
E’ poi passato all’ambiente. «Territori monocolturali come la Valpolicella sono diventati inospitali per gli insetti impollinatori come le api. Come Presidente della Fondazione ValpoliBella posso dire che in primavera regaleremo ad ogni Comune almeno un tiglio che produce fiori per le api ad agosto e settembre, ovvero provviste per l’inverno in un periodo in cui le api non trovano nulla».
E a sorpresa ha lanciato l’allarme acqua. «In Veneto – ha informato Andreoli- tratteniamo solo il 4% dell’acqua meteorica (11% nazionale), siamo stati sempre abituati bene a livello di disponibilità (Lago, Adige…) ma il 2022 ce lo ricordiamo tutti. Il Veneto, insieme ad Albania, Andalusia e alcune aree della Turchia è il territorio più svantaggiato d’Europa per durata di eventi siccitosi. Siamo messi peggio della Sicilia e non lo sa nessuno. Per questo dobbiamo tenere la guardia altissima e immagazzinarla in falda quando ne abbiamo tanta o trattenerla in montagna con i microinvasi».
Sono seguiti 3 focus specifici.
Della frutticoltura ha trattato il dr. Salvo Garipoli, concentrandosi sulla produzione nazionale e veronese della pesca nettarina. Quindi il dr. Massimo Bariselli ha parlato della difesa delle drupacee.
Nel secondo focus sulla viticoltura hanno relazionato il dr. Albino Armani sul futuro del Pinot grigio delle Venzie; il dr. Nicola Mori sulle emergenze fitosanitarie e la prof. Marianna Fasoli sull’innovazione genetica applicata alla difesa fitosanitaria.
Il terzo focus è stato sull’ambiente. Il dr. Andrea Giuliacci, noto meteorologo ha illustrato il ruolo delle meteorologia e dei cambiamenti climatici rispetto all’agricoltura.