Sabato 14, 21 3 28 dicembre sono i No bancomat days, l’inziativa che sta circolando in rete e che invita ad utilizzare esclusivamente il contante per boicottare i pagamenti digitali.
Quella dell’abolizione del contante è un’idea che viene proposta in modo sempre più insistente dal potere economico. Ma sono già tanti coloro che hanno compreso i rischi che comporterebbe. Fra i più banali, un possibile malfunzionamento dei Pos come quello che si è verificato la settimana scorsa.
L’iniziativa è proposta a livello nazionale allo scopo di difendere i commercianti e i consumatori per invitare tutti i cittadini a pagare solo in contanti nelle giornate dei prossimi sabato di dicembre, fino alla fine dell’anno. Ma non è detto che, se i no bancomat days avranno successo, possa essere dialatata anche al 2025.
La protesta vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulla speculazione che le banche attuano sui pagamenti digitali attraverso le commissioni.
Il contante è accessibile a tutti: non c’è bisogno di consumare elettricità, di essere collegati a internet, si usa anche se il Pos non funziona o il cellulare è scarico o c’è un blackout o se ti bloccano il digital Wallet.
Ma soprattutto non ci sono costi nascosti. Si pensi solo che nel 2023 le banche hanno guadagnato 9 miliardi di commissioni derivanti dai pagamenti digitali.
Il mainstream spinge ovviamente per i pagamenti digitali. Non solo perché rappresentano un’ottima fonte di guadagno per la finanza, ma anche perché è una facile forma di controllo capillare delle persone che all’occorrenza possono anche essere private arbitrariamente della possibilità di usare del loro denaro.
Il pretesto per far sparire il contante è ridicola: la lotta all’evasione fiscale. Come dire che per combattere i ladri viene abolita la proprietà privata.