(p.d.) Il nuovo Codice della Strada s’è dimenticato delle biciclette. S’è occupato dei monopattini, dei telefonini di chi guida, degli ubriachi e dei drogati al volante, ma s’è scordato dei ciclisti. L’unica norma che li riguarda è quella che le macchine devono passare ad almeno un metro e mezzo di distanza dalla bici. Ma per il resto li ha ignorati. Ed è un errore, perché i ciclisti sono pericolosi. Per sé stessi e per gli altri. Non tutti, chiaramente. Ma la maggior parte.
Per capirlo non c’è bisogno di tante spiegazioni. Chiunque ha esperienza di biciclette che sfrecciano sui marciapiedi schivando i pedoni; oppure che vanno in senso vietato come se niente fosse; che passano col rosso; che attraversano la strada sulle strisce pedonali pretendendo di avere la precedenza anche se non sono quelle bianche e rosse; che girano senza fanali o che di notte manco si prendono la briga di accenderli e che si materializzano nel buio all’improvviso illuminate dai fari dell’auto; o di bici elettriche che corrono come uno scooter.
Di tutto questo il nuovo Codice della Strada non parla. Non prende in considerazione che ogni giorno vengono messi in atto dai ciclisti milioni di azioni pericolose. E che se queste poi portano ad una collisione con un’automobile i guai sono tutti dell’automobilista.
Le bici al di sopra del Codice della Strada
Già, perché ormai, grazie a certa propaganda green, sta passando l’idea che, nella sua qualità di inquinatore, chi guida un’automobile sia anche responsabile, quantomeno moralmente, di qualunque danno al povero ciclista indifeso.
Perché il nuovo Codice della Strada non ha imposto il casco anche a chi va in bici? Per il suo bene, ovviamente. Un caschetto come se ne vedono raramente in Italia e come sono obbligatori in molti paesi europei, non certo un casco da motociclista, anche se questo ci vorrebbe per chi va con la bici elettrica.
E perché non ha stabilito delle multe per quelli che, dove ciò sono le piste ciclabili costruite per loro, pedalano tranquilli in mezzo alla strada facendo la gimcana fra le auto in coda?
E la targa? Perché no anche alle biciclette? E stabilire che se si è ubriachi o drogati non si può circolare nemmeno sul biciclo? Perché no? Quante volte abbiamo visto zigzagare pericolosamente e magari rovinare a terra qualche bevitore nel trasferimento da un’osteria all’altra?
Invece i ciclisti vengono ancora trattati come se fossero dei pedoni col le ruote. Cosa che conferisce loro una sorta di immunità. Qualunque cosa combinino. Avete mai visto un vigile multare un ciclista?