La maggioranza Tommasi è ancora in fibrillazione. Quando sono usciti dal vertice tenuto ieri nell’ufficio del sindaco gli assessori Bissoli e Rotta e i capigruppo del centrosinistra erano decisamente seri. Segno delle tensioni che stanno attraversando la maggioranza di Tommasi da qualche tempo. Cioè da quando l’amministrazione ha dovuto cominciare ad occuparsi di problemi pesanti, come il Piano Regolatore, che adesso si chiama Pat. Sul tavolo del sindaco la sua vice, Barbara Bissoli, ha buttato la bretella che dovrebbe collegare la Transpolesana con Basso Acquar, la Mediana a sud-est della città e il Traforo delle Torricelle ( quello breve).
Questioni non da poco, sia per le scelte urbanistiche che sottendono, sia per l’impegno economico che implicano. Ed è proprio partendo da quest’ultimo aspetto che il Pd ha annunciato che si opporrà alla loro definizione, dato che ancora non ci sono i soldi per farle e che non c’è condivisione sui progetti.
Progetti che però la Bissoli non ritiene ci siano i margini per una discussione e tanto meno per una mediazione, dato che rientrano nella sua specifica delega di assessore all’urbanistica e per di più condivisi da Tommasi. Una posizione intransigente che non lascia spazio a modifiche di nessun tipo, anche minime. A costo di dimettersi.
La maggioranza scricchiola
Atteggiamento che lascia molto perplessi alcuni esponenti del Pd, di Traguardi e della Sinistra Italiana che invece vorrebbero discuterne. Il vertice, caratterizzato dall’intransigenza della vice-sindaco, s’è concluso con un niente di fatto ed è stato aggiornato al 30 dicembre.
Massimo Mariotti, consigliere di lungo corso e capogruppo di FdI, in 30 anni ne ha viste di tutti i colori e commenta: «la crisi sfiorata in occasione della discussione sulla Marangona pare essere solo un assaggio di quello che sta accadendo alla maggioranza Tommasi, che finché si trova a trattare di quisquilie galleggia tranquillamente, ma comincia a traballare quando deve affrontare temi che investono interessi importanti. Probabilmente perché composta da anime eterogenee, che afferiscono a partiti, gruppi e ambienti che hanno impostazioni politiche, visioni e interessi economici molto diversi. E prima o poi i nodi vengono al pettine».