Natale, la Vigilia, Capodanno, le Feste in genere sono ancora sinonimo di grandi mangiate. Ancora, perché se una volta, quando eravamo poveri e troppi pativano la fame, la festa era anche sinonimo di abbuffata, come reazione alla cronica scarsità di cibo sulla tavola, oggi non ha più senso.
Scene come quelle della famiglia contadina veneta che sedeva attorno al tavolo sul quale era stata gettata la polenta e sul quale con uno spago era appesa un’aringa affinché tutti potessero appoggiare, ma solo appoggiare, la loro fetta per insaporirla sono le icone d’una povertà che fortunatamente è stata sconfitta.
Così come quella della commedia di De Filippo ‘Miseria e nobiltà’ rappresentata mille volte al cinema e in teatro dove Totò e la sua famiglia napoletana affamata impazzivano mangiando con le mani un gran piatto di spaghetti.
Oggi non c’è più motivo di pensare alla ‘festa’ come momento di interruzione del digiuno forzato e occasione per una abbuffata di reazione. Eppure ancora adesso che di cibo ce n’è in sovrabbondanza residua nella mentalità comune questa concezione. Vale, ad esempio, per i matrimoni, concepiti con il banchetto. E vale anche per le festività natalizie. Motivo per il quale in queste giornate è molto comune l’abitudine di ingurgitare molto più cibo di quanto ne abbiamo bisogno. Per tradizione, per abitudine, per golosità.
E questo, oltre a non avere più una giustificazione logica, non fa bene alla salute.
I consigli dei nutrizionisti per il Natale
Perciò i nutrizionisti suggeriscono alcuni comportamenti alimentari utili a ridurre quanto meno i danni, come quello di mangiare pane, pasta o riso integrali, di escludere le bevande zuccherate e bere almeno 1,5 litri d’acqua al giorno; preferire il pesce alla carne e, semmai, magiare solo carni bianche con cotture leggere: al forno, al vapore o alla griglia. Ovviamente va fatta molta attenzione ai grassi, utilizzando quelli vegetali o del pesce, contenenti Omega 3.
Però dopo le mangiate è un errore digiunare, perché disturba il metabolismo e poi rischia di renderci più affamanti al pasto successivo. Maglio quindi controllarsi e non esagerare, mangiando poco di tutto, senza abbuffarsi. Chi è già in sovrappeso deve rinunciare ai piatti a base di carboidrati e in particolare ai dolci. Un paio di bicchieri di vino al massimo e niente superalcolici.
Una tecnica che si sta affermando, e che magari molti stanno già attuando inconsapevolmente, è quella del ‘digiuno intermittente’, che consiste nel lasciar trascorrere almeno 16 ore tra un’assunzione di cibo e l’altra. In questo modo si possono prevenire obesità, malattie cardiovascolari e metaboliche.
Dopo mangiato niente riposino. Post prandium deambulare, dicevano gli antichi romani che avevano capito che non fa bene sdraiarsi, specie per chi soffre di reflusso gastro-esofageo. Meglio una bella passeggiata.