( di Christian Gaole) Sul Pat appena presentato Barbara Bissoli, vicesindaco, e Gian Arnaldo Caleffi, già assessore all’urbanistica dell’amministrazione Tosi e presidente dell’associazione Giuseppe Barbieri,  se le stanno dicendo di santa ragione. 

caleffi-bissoli

Alla dichiarazione della Bissoli  riportata da L’Adige il 30 dicembre, l’architetto Caleffi ha risposto con una lettera aperta in cui dichiara: ”ci siamo preoccupati per quella che è sembrata una chiusura al contributo che può dare l’Associazione, rafforzata dal passo nel comunicato stampa dello stesso giorno (30 novembre 2024, ndr)”. Alla preoccupazione di Caleffi ha prontamente risposto il primo cittadino Damiano Tommasi – “ci sarà un confronto con le associazioni” . Non contento Caleffi ha ribattuto: “ci ha tranquillizzati sul fatto che saremo considerati, secondo la prassi dell’ascolto, che tanto gli è cara”.

Caleffi alla Bissoli. L’associazione Barbieri non è il braccio di nessun partito

Nella sua lettera Caleffi, dopo aver elencato le affinità con Bissoli, entrambi già presidenti dei rispettivi  Ordini professionali ed entrambi con l’esperienza di assessore nel Comune di Verona, ha dichiarato: “Non si può proprio dire che l’Associazione Giuseppe Barbieri sia il braccio operativo di alcunché. Anche perché nei nostri contributi ci avvaliamo di tecnici del tutto estranei all’Associazione, come l’arch. Tullo Galletti per il contributo alle infrastrutture del PAT”. 

Caleffi. La mia associazione non è il braccio di nessun partito

E ancora: “una posizione politica personale non va confusa con un ruolo di rappresentanza: milito, orgogliosamente, in Forza Italia, e con me circa la metà dei 94 soci dell’Associazione Giuseppe Barbieri, ma come Presidente rappresento anche l’altra metà che non è iscritta ad alcun partito. La lettera si conclude con una promessa:  “Le  preannuncio – scrive l’architetto-  che l’Associazione Giuseppe Barbieri sarà parte attiva nel processo di discussione del PAT  nelle sue varie fasi, offrendo il contributo della professionalità dei propri aderenti e di quanti vorranno lavorare con noi. Poi l’Amministrazione avrà il diritto-dovere di decidere”.

Un Pat che, a pochi giorni dall’approvazione della Giunta, ha già scaldato gli animi della politica veronese.