(di Giorgio Massignan) L’associazione Verona Polis, alcuni giorni fa, ha presentato sedici punti programmatici per i nuovi piani urbanistici che dovrebbero disegnare il nostro territorio per i prossimi anni.

Al punto dieci chiede che: “Venisse realizzata una cittadella dei musei, con Castelvecchio ampliato con gli spazi ora occupati dal Circolo Militare Unificato, quale sede del museo delle arti visive e con l’Arsenale destinata a ospitare il museo di Scienze Naturali.”

Se uno dei settori più importanti per l’economia della nostra città è il turismo, risulta necessario non limitarlo ai consueti itinerari convenzionali, ma arricchirlo di offerte e di eventi culturali coerenti con il valore storico e artistico della nostra città.

Il ruolo dei musei contemporanei non può essere ridotto a quello di semplici contenitori per la conservazione ed esposizione del patrimonio culturale, sia esso artistico, storico o scientifico.

I musei moderni devono trasformarsi in luoghi culturali di ricerca, di creatività e di conoscenza partecipata e attiva. Spazi che offrono le chiavi di lettura per capire la società in cui viviamo attraverso la storia, l’arte e la scienza.

Verona avrebbe la possibilità di realizzare una cittadella dei musei e della cultura coerente con il ruolo delle strutture museali contemporanee.  

La cittadella dei musei e della cultura

Il contesto urbano contenente Castelvecchio e l’Arsenale, dovrebbe rappresentare il punto d’arrivo di un percorso che inizia alla Tomba di Giulietta con il museo degli affreschi; quindi prosegue con la Gran Guardia, quale sede congressuale; poi con il Museo lapidario Maffeiano in piazza Bra; per raggiungere il Grande Museo di Castelvecchio, collegato con il ponte scaligero all’Arsenale, quale sede del museo di Scienze Naturali e delle opere depositate al museo di Castelvecchio e non esposte.  

Ricordo che, nel 1999, la giunta della sindaca Michela Sironi, incaricò lo studio dell’architetto 

David Chipperfield di riqualificare l’Arsenale e che, nel 2006, il progetto venne approvato.

Si trattava di un piano che prevedeva la conservazione delle strutture storiche e la costruzione di due spettacolari elementi di architettura contemporanea per contenere il Museo di Storia Naturale. Seppur costoso, valeva certamente la pena realizzarlo.

Se la nostra città intende recuperare il tempo perduto, dovrà pianificare una sua adeguata ricollocazione del panorama delle città d’arte italiane.