Si è stabilizzato in queste ultime settimane il numero delle vaccinazioni antinfluenzali nelle farmacie scaligere che erogano il servizio (13.265 soggetti vaccinati in 113 farmacie di Verona e provincia al 5.1.2025 – dati regione Veneto), mentre il picco del contagio è slittato alla metà di gennaio, anche  a seguito della riapertura delle scuole. 

Per quanto riguarda la copertura da Covid sono invece 3.295 i soggetti maggiorenni vaccinati da inizio campagna preventiva e gratuitamente nelle farmacie veronesi.

«L’invito alla popolazione è di continuare a mettere in atto tutti quegli atteggiamenti legati alla prevenzione che tutelano noi stessi e chi ci sta vicino perché il peggio non è ancora passato, secondo le previsioni degli infettivologi –  spiega Elena Vecchioni, presidente Federfarma Verona -. Soprattutto coloro che non si sono vaccinati sono più esposti a contrarre l’influenza stagionale con febbre in media per una settimana, quindi più a lungo rispetto agli anni scorsi.

La malattia infettiva si diffonde con facilità soprattutto nei luoghi chiusi e affollati, negli ambienti lavorativi e nelle scuole. Abbiamo imparato in emergenza durante la pandemia da SARS-CoV-2 che l’uso di mascherine, gel igienizzanti, distanziamento, ma anche starnutire e tossire nell’incavo del gomito sono pratiche necessarie, nonché atteggiamenti civili da mettere quotidianamente in atto per arginare il contagio del Covid e dell’influenza, che in questa stagione invernale risulta particolarmente insidiosa per tutti e in particolare per le persone fragili vista la sua virulenza».

Vaccinazioni, Federfarma consiglia anche quelle per Covid e Hmpv

«Questi  adattamenti comportamentali dovrebbero fa parte del nostro stile di vita quotidiano, preservando non solo da questa prevista recrudescenza influenzale, ma agendo come efficaci barriere anche  in caso di eventuali eventi pandemici futuri  – conferma Gianmarco Padovani, vicepresidente Federfarma Verona -. Solo per fare un esempio attuale il metapneumovirus (Hmpv), che identifica virus trasmissibili per lo più da contatto o goccioline di saliva e circolano ampiamente in questo periodo in Oriente.

Se non riusciamo a imparare le lezioni igieniche impartiteci dal Covid, la prossima volta la potremmo pagare ben più  cara. E i virologi affermano che il pericolo è certo. La storia ci insegna che la prossima pandemia sarà una questione di quando, non di se. Potrebbe essere causata da un virus influenzale, da un coronavirus modificatosi, da un malattia ancora sconosciuta. A quel punto, e giocare d’anticipo è sempre meglio, le abitudini comportamentali e la condivisione delle informazioni saranno strumenti indispensabili per contingentarla».