Il Ministero della salute ha pubblicato il rapporto con tutte le cifre sul personale sanitario in Italia. I dati sono riferiti al 2022.
La situazione che emerge è di un settore in cui tutto il personale è in aumento a parte i medici. L’anno di raffronto è il 2017. Non è una novità, ma è una conferma inquietante dei danni che il numero chiuso ha arrecato all’intero sistema salute nazionale.
A lavorare nella sanità sia pubblica che privata sono 709.029 persone con diversi ruoli con un’età media del personale sanitario è di 48,5 anni. Quella dei medici è di quasi 50 anni.
Ci sono 353.629 infermieri (+26.248), 57.363 addetti alla riabilitazione (+3.890); 48.752 tecnici sanitari (+3.803). I medici sono 238.378 (-4.590) . Tra questi sono venuti meno 4.996 medici di base, 793 pediatri di libera scelta e 1.017 guardie mediche.
Il personale abbandona il pubblico per andare a lavorare nel privato
Inoltre molti dipendenti abbandonano il pubblico per andare a lavorare nel privato, convenzionato e non, dove lavorano 63.673 addetti (+2.546). E’ evidente che lo fanno perché le retribuzioni e le condizioni di lavoro non li soddisfano.
Nel pubblico sono impiegati 298.190 infermieri e 107.167 medici. Di questi la media è di 1,8/1000 abitanti.
30 mila lavorano nei servizi (anestesisti, radiologi, igienisti). 25.861 sono chirurghi (chirurgia generale, ginecologia, ortopedia). 47.709 sono internisti, cardiologi, psichiatri, pediatria e medici dell’emergenza. Sono sempre di più le donne, specie sotto i 50 anni. E’ donna anche il 42,3% dei medici di base e il 69,9% dei pediatri di libera scelta.
Il 45 % dei medici che lavorano nel pubblico sta al Nord, il 21% al Centro, il 16,45 % al Sud.