(di Christian Gaole) Alcuni cittadini veronesi di origine venezuelana, in rappresentanza dei 350 residenti in città, sono stati accolti oggi in sala Arazzi dove hanno manifestato pacificamente il dissenso per l’insediamento del nuovo presidente del Venezuela.
Alla guida della delegazione Lys Golia e Elisabeth Contreras del direttivo dell’Associazione Casa Italo Venezuelana NCS – Nord Centro Sud e Mari Alarcon rappresentante comunità Italo Venezuelana del Veneto. La situazione sui generis che sta affrontando lo stato sudamericano non ha una via d’uscita semplice infatti oggi in Venezuela c’è una poltrona per due: a contendersela Nicolas Maduro, presidente uscente, ed Edmundo Gonzáles Urrutia, presidente eletto.
Nell’ora più buia per i venezuelani, soprattutto per quelli lontani da casa, il Comune di Verona ha voluto dimostrare vicinanza al popolo che “ha contribuito a costruire il Venezuela”, ha affermato Francesco Fasoli, consigliere comunale delegato alle relazioni internazionali e mettere nero su bianco la richiesta, tramite il Governi Italiano, di rilascio immediato dei prigionieri politici e il rispetto dei diritti umani con una mozione ad hoc.
La vita politica in Venezuela è tutt’altro che serena. Diverse organizzazioni indipendenti – si legge nella mozione del Comune di Verona che cita il rapporto dell’Alto Rappresentante della politica estera dell’Unione Europea Josep Borrell del 4 luglio 2024 -, hanno chiesto un riesame dei verbali elettorali, riesame che si rende necessario perché, stando così le cose, il candidato presidente Edmundo Gonzáles Urrutia, avrebbe vinto con una maggioranza “significativa”.
Il consigliere Fasoli ha specificato: “dopo le elezioni del 28 luglio 2024, tenutesi secondo l’Accordo di Barbados dell’ottobre 2023, disatteso dal Governo (venezuelano, ndr), il CNE (Consiglio Elettorale Nazionale) non ha ancora pubblicato i verbali ufficiali degli scrutini”.
Una situazione paradossale quella venezuelana che sta vivendo allo stesso tempo in una crisi democratica senza precedenti e uno dei più avanzati al mondo, in termini di certificazione dei risultati elettorali, e applica diverse verifiche per le quali è impossibile falsificare l’esito delle urne. Ciò che stride è il fatto che questa sorta di “consiglio di sicurezza” abbia affermato che Maduro è stato dichiarato vincitore delle elezioni, senza portare prove certe. Su questo tema le democrazie occidentali e gli organi internazionali di tutela della democrazia chiedono chiarezza.
Fasoli ha concluso con un “hasta el final” in segno di sostegno al popolo venezuelano e alla democrazia.