(di Gianni Schicchi) Sono dodici i concerti della nuova stagione, la ventiseiesima, de I Virtuosi Italiani che si svilupperà dal 17 gennaio al 16 maggio, tra il Teatro Ristori e lo spazio di San Pietro in monastero. La stagione, concepita dal direttore artistico Alberto Martini, alternerà un cartellone dedicato a compositori intramontabili, ma che punterà anche su atmosfere cinematografiche con uno speciale omaggio ad Ennio Morricone, al gospel e al mito americano, fino alle sonorità del flamenco, chiamando a raccolta grandi personaggi del panorama internazionale.

La serata inaugurale (in collaborazione con il Festival Mozart a Verona) si terrà, venerdì 17 al Teatro Ristori (ore 20,30) sotto la bacchetta del celebre direttore Oleg Caetani che dirigerà, dapprima l’opera in due parti l’Histoire du soldat di Stravinski con il musicattore Luigi Maio e successivamente quella in un atto “Mozart e Salieri” di Rimski Korsakov, con interpreti David Esteban tenore, (Mozart) e Gianfranco Montresor (Salieri).

Non ci risulta che quest’ultima sia mai stata data nei teatri veronesi, per cui potrebbe trattarsi di una prima esecuzione assoluta per il Ristori. Rimskij-Korsakov iniziò a lavorare all’opera agli inizi del 1897 e la completò entro l’estate dello stesso anno. In novembre il compositore poté darne una rappresentazione dimostrativa a casa sua per un ristretto gruppo di spettatori, perché le sue caratteristiche di “opera da camera” lo consentivano. La prima rappresentazione ufficiale ebbe invece luogo al teatro Solodovnikov di Mosca l’anno successivo, 1898, con Vasilij Skafwer come Mozart e il grande basso Fedor Shaljapin in quello di Salieri. 

L’opera fu dedicata al compositore russo Aleksandr Dargomynskij che aveva musicato “Il convitato di pietra” delle Piccole tragedie di Puškin. La critica sottolineò che con la dedica Rimskij-Korsakov volle riconoscere i meriti di Dargomynskij nel creare brillantemente il genere dell’opera da camera.

L’azione ha luogo in una Vienna di fine XVIII secolo e il soggetto è fondato sulla leggenda dell’avvelenamento di Mozart da parte dell’invidioso Salieri. L’opera inizia col musicista veronese solo in un stanza che ragiona su come sia ingiusto il mondo: egli fin dalla fanciullezza si era consacrato alla musica ed aveva conseguito il successo dopo il duro lavoro di molti anni. Non aveva mai invidiato altri compositori, ma ora prova invidia e sdegno per il fatto che un così grande talento sia posseduto da un individuo frivolo e superficiale come Mozart, per il quale creare musica non richiedeva alcuno sforzo.

Arriva intanto Mozart: conduce con sé un violinista cieco, che stava suonando in un’osteria una melodia da Le nozze di Figaro. Il compositore è divertito da come il cieco storpia la sua musica; Salieri, al contrario, è molto indignato. Mozart propone al collega di ascoltare una “bagatella” che ha scritto il giorno prima. Salieri è scosso dalla musica e decide di uccidere Mozart. Lo invita pertanto a cena.

I due compositori si incontrano all’osteria. Mozart è malinconico, inquieto, pieno di cattivi presentimenti. Un certo uomo vestito di nero gli ha commissionato un Requiem ed il compositore è convinto che lo stia scrivendo per sé stesso. Durante la conversazione Mozart afferma che “il genio e la malvagità sono due cose incompatibili”. Salieri trova il modo di versargli il veleno. La conversazione prosegue. Mozart suona a Salieri passi del Requiem, e questi piange commosso. Mozart non si sente bene e se ne va. Salieri resta solo e non trova pace per le parole di Mozart: ha ragione e quindi Salieri non è un genio? (g.s.)