L’influenza aviaria continua a destare allarme in Veneto, dove solo nella prima metà di gennaio sono stati registrati 9 nuovi focolai, tutti concentrati nel Veronese e riguardanti allevamenti di tacchini, galline ovaiole e pollame da carne. Il bilancio, a partire da ottobre 2024, sale così a 22 casi confermati, suddivisi tra le province di Verona (12), Treviso (7) e Venezia (3), secondo i dati forniti dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.

Di fronte a questa emergenza sanitaria, le autorità hanno imposto rigide misure restrittive, compreso l’abbattimento di centinaia di capi infetti negli allevamenti coinvolti, per arginare la diffusione del virus.

Diffusione del virus tra gli uccelli selvatici

Parallelamente ai casi registrati negli allevamenti, sono 37 gli uccelli selvatici risultati positivi al virus H5N1 da ottobre 2024. Le specie colpite, tra cui alzavole, gabbiani, oche, anatre selvatiche, germani reali, barbagianni, aironi, picchi, cormorani e falchi, sono state rinvenute principalmente nelle province di Venezia, Verona, Padova e Rovigo.

Alla luce della gravità della situazione, l’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner, ha indirizzato una lettera al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sottolineando l’impatto devastante dell’epidemia sul settore avicolo regionale. Secondo l’ultimo Censimento agricolo, il Veneto conta quasi 6.300 aziende avicole, con un fatturato complessivo di 700 milioni di euro e una produzione di carne che rappresenta il 30% del totale nazionale.

“L’epidemia di influenza aviaria – ha dichiarato Caner – ha causato danni ingenti non solo per l’abbattimento dei capi, ma anche per il blocco dell’attività dovuto alle misure restrittive adottate nei territori colpiti. Per sostenere le imprese e fronteggiare un possibile ampliamento del fenomeno, è necessario attivare le procedure previste dall’articolo 220 del Regolamento UE n. 1308/2013, che consente misure eccezionali di sostegno del mercato legate a malattie degli animali.”

L’assessore ha inoltre richiesto un aiuto specifico per i danni indiretti subiti dalle aziende, al fine di compensare i mancati redditi derivanti dal blocco delle attività imposto dalle autorità sanitarie.