3 errori, 3 gol. La Lazio dilaga al Bentegodi e l’Hellas, fermo a 19 punti, precipita in zona retrocessione.
Il primo gol solo solo dopo 100 secondi, un record negativo che s’aggiunge a quello dei 47 gol subiti, per un passaggio sbagliato banalmente da Serdar. Pareva di essere ritornati nel periodo più buio del girone d’andata.
Squadra arrendevole, distratta, molla. L’ombra di quella che s’era vista nelle ultime partite.
Al 21° la Lazio raddoppia dopo che Tchatchoua viene fatto fuori da Dia. Al 58° arriva il 3° gol con Zaccagni propiziato da un errore clamoroso di Tchatchoua che fa un retro-pasaggio senza avvedersi della presenza di un avversario. Cose che in serie A non devono capitare. Ed arriva proprio nel momento migliore del Verona, quando era riuscito a riorganizzarsi ed a creare diverse occasioni che avevano messo in pericolo la rete laziale.
L’Hellas è tornato indietro
Tutti sapevano che la Lazio di Baroni sarebbe stato un cliente difficile. Ma anche per perdere c’è modo e modo. E perdere per degli errori dovuti a delle sbadataggini brucia, perché significa che manca la concentrazione. E quando si sbaglia con una grande squadra, tecnicamente molto più forte, le distrazioni e gli errori non ce li si può permettere.
E’ un ritorno al passato. E i fischi del Bentegodi dimostrano la disapprovazione del pubblico non tanto per la sconfitta, che poteva anche essere messa in conto, ma per l’atteggiamento della squadra che doveva impegnarsi di più, soprattutto nella prima parte della gara.
Ciliegina sulla torta l’espulsione di Duda all’89° per somma di ammonizioni. Un problema in più perché non potrà giocare lunedì prossimo contro il Venezia, diretta concorrente per la salvezza.
Il cambio di proprietà non pare quindi aver influito sul rendimento dei giocatori. Si vedrà nei prossimi giorni come si concretizzerà sul mercato alla cui fine mancano solo 10 giorni. In quest’occasione ci si potrà fare già un’idea del perché e del come gli americani abbiamo comprato la società gialloblu.
