I dazi promessi da Trump sulle importazioni anche dall’Europa e l’aumento dei costo dell’energia potrebbe essere una combinazione che ci danneggia tutti, famiglie e imprese, col risultato che ne potrebbe originare una nuova crisi economica.

Dazi Usa e bollette. Miscela velenosa per l’economia italiana
(Photo by Drew Angerer/Getty Images)

Se il prezzo medio del gas dovesse attestarsi sui 50 euro al MWh all’Italia costerebbe 14 miliardi in più rispetto al 2024. Fra gas ed elettricità sarebbero 85,2 miliardi in più: 65,3 per l’energia elettrica e 19,9 per il gas. La Cgia di Mestre ha basato la previsione sull’ipotesi di un prezzo medio dell’energia elettrica nel 2025 fissato a 150 euro per MWh e del gas a 50 euro per MWh. 

Dazi Usa e bollette. Miscela velenosa per l’economia italiana

Sono 44 mila le imprese italiane che esportano negli Stati Uniti che sono il 2° mercato di sbocco per l’export che vale 70 miliardi, il 10,7%. Più c’è l’indotto, difficile da calcolare. Macchinari, mezzi di trasporto, prodotti chimici/farmaceutici, alimentari/bevande, tessile, abbigliamento e calzature sono le merci che mandiamo negli Usa. 

Dazi e rincari energia potrebbe innescare grave inflazione

L’impennata dei prezzi del gas e dell’energia potrebbe generare spirali inflazionistiche molto pericolose, facendo crollare i consumi interni che sono il pilastro portante su cui si basa la nostra economia.  Già le retribuzioni italiane sono tra le più basse. Se poi a causa di un processo inflazionistico venisse corroso il potere d’acquisto per lavoratori dipendenti e pensionati potrebbe essere crisi dura. I dazi e i rincari delle bollette colpiranno soprattutto il Nord, dove sono unificate le attività produttive e commerciali e dove i consumi sono più alti.

Che fare allora?

Sperare innanzitutto che Trump non infierisca sull’Europa con i dazi. E poi evitare il crollo dei consumi interni e introdurre a livello europeo un tetto al prezzo del gas che andrebbe a smorzare qualsiasi spinta speculativa. Quindi spendere bene i 130 miliardi del Pnrr che secondo la BCE per il nostro Pil potrebbe valere dell’1,9% fino al 2026.