(b.g.) Una persona perbene. Un giornalista attento, curioso, rispettoso dei fatti e delle persone. Un politico innamorato della vita pubblica cui aveva dedicato tutto sé stesso. Difficile ora mettere in fila ordinatamente i ricordi: dalla prima volta che ci siamo incontrati, a TeleNuovo, all’ultima telefonata per commentare insieme un articolo poco più di un anno fa. Prima di dover entrare, pure io, nel tunnel della malattia. Fra le tante immagini che vengono in mente ora, le riunioni per imbastire la sua candidatura a sindaco nel 2006. Le tantissime ore nel suo vecchio ufficio in centro assieme alla sua squadra: i fedeli e storici amici; i colleghi della diaspora democristiana; la costruzione del programma; il fund raising; le telefonate con Silvio Berlusconi; il set dello spot elettorale in piazza San Zeno, con la basilica alle spalle; la trasferta a Roma per incontrare Pierferdinando Casini. Le lunghe chiacchierate fra la Bra e via Mazzini. Non ci siamo più sentiti, ti chiedo perdono Alfredo. A Elena, alla famiglia, l’abbraccio de L’Adige.
(in aggiornamento) E’ morto la scorsa notte a Negrar Alfredo Meocci dopo una lunga malattia seguita ad un ictus. Aveva 71 anni, politico e giornalista, molto vicino a Pierferdinando Casini, era stato deputato del Ccd dal 1994 al 1996, eletto nel Polo delle Libertà e direttore generale della Rai per poco meno di un anno dal 2005 al 2006.
Giovane democristiano, legato da lunga amicizia a Carlo Olivieri, uno dei leader della Dc, alla fine della 1ª Repubblica era stato apprezzato assessore alla Cultura del comune di Verona tra il 1990 e il 1993. Nel 1998 era stato eletto come commissario nell’Authority delle Comunicazioni e nel 2008 in quella per i Lavori Pubblici.
Meocci fin da giovane aveva fatto politica, prima nella Dc e poi nel centrodestra. Fece scalpore nel 2007, dopo che aveva avuto l’investitura da Berlusconi per fare il sindaco di Verona dopo la parentesi della giunta Zanotto di sinistra, e dopo che s’era mosso in questo senso, la sua rinuncia alla candidatura in favore di Flavio Tosi, allora della Lega. Scelta promossa da Aldo Brancher e vidimata nella sua casa di Cisano alla presenza dello stesso Berlusconi.
Si può dire che da quella rinuncia iniziò l’ascesa politica di Tosi, che lo nominò vice-sindaco. Carica che però Meocci ricoprì per poco, avendo optato per l’Authority dei Lavori Pubblici.
Sempre attivo nell’ambito del centrodestra, persona dotata di cultura e di grandi capacità relazionali, continuò ad essere attivo in politica anche se defilato, finché la malattia che lo ha portato alla morte non lo ha costretto a ritirarsi nel privato. Con Alfredo Meocci Verona perde un altro di quei politici di razza che oggi sono diventato sempre più rari.
Immediate le reazioni della politica scaligera: «”La notizia della scomparsa di Alfredo Meocci mi addolora profondamente. Nel corso della sua carriera, ha ricoperto con impegno ruoli di rilievo, come deputato, amministratore locale, direttore generale della Rai e giornalista. Ha amato Verona e ha portato avanti con determinazione le proprie idee» così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.