Cambia immagine ma non sostanza Santa Margherita Gruppo Vinicolo che da domani prende ufficialmente il nuovo nome di “Herita Marzotto Wine Estates” . Fondato nel 1935 – giusto novant’anni fa – dal conte Gaetano Marzotto a Fossalta di Portogruaro (VE) e ancora saldamente nelle mani della terza generazione della famiglia, il gruppo vinicolo è diventato uno dei più importanti player italiani nello scenario mondiale del vino, con un giro d’affari superiore ai 255 Milioni di Euro nel 2023 – i dati consolidati relativi all’esercizio 2024 verranno rilasciati alla vigilia del prossimo Vinitaly – e con oltre 27 milioni di bottiglie vendute in più di 90 Paesi nel mondo.

Un traguardo raggiunto mantenendo fede al lascito del fondatore, che puntava a realizzare – in ben altro contesto economico e sociale – un polo agroalimentare innovativo:  un modello di business incentrato sulle persone, la natura e l’innovazione tecnologica. Un modello di successo che fu protagonista del “miracolo italiano”, rivoluzionando il modo stesso di consumare vino in Italia e nel mondo. Tra i pionieri nella spumantizzazione del vitigno Glera sulle colline di Valdobbiadene fin dal 1952, trend setter del fenomeno mondiale del Pinot Grigio come oggi lo conosciamo, eccellenza assoluta nella produzione di Franciacorta, antesignano della più recente spumantistica altoatesina, promotore nel mondo di  vitigni autoctoni quali Lugana e Vermentino, il gruppo è sbarcato nel 2016 negli USA con una propria società di importazione e commercializzazione diretta, rilevando un paio di anni fa Roco Winery, marchio premium del Pinot nero dell’Oregon.

Mosaico Enologico HERITA

Herita Marzotto Wine Estates è stata protagonista del più articolato piano di investimenti realizzato da una cantina italiana negli ultimi quindici anni ed oggi poggia su 800 ettari in produzione, fra Italia e USA, a conduzione biologica o certificata SQNPI , in alcuni dei territori più iconici dell’enologia italiana: Veneto Orientale, Conegliano-Valdobbiadene, Trentino-Alto Adige, Lugana, Franciacorta, Chianti Classico, Maremma e Sardegna. A questi si aggiungono – come detto –  oltre 40 ettari produttivi nella Willamette Valley in Oregon.

Un sogno cresciuto senza mai tradire la genuinità dei prodotti e l’integrità dei territori in cui prendono vita e forma, grazie a best practice attentamente studiate e affinate nel corso degli anni, in cui la tradizione ha sposato l’innovazione sostenibile, trasformandole in azioni concrete quotidiane, come l’irrigazione ad alla interrata per il risparmio di acqua dolce, la tutela della biodiversità nelle tenute, la preferenza nell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili – spesso autoprodotta -, la predilezione di fornitori di prossimità, nella convinzione che tutto ciò che deriva da un ambiente salubre, condotto con saggia misura nel rispetto dei cicli vitali, porti con sé un valore unico. A testimonianza dell’impegno profuso e degli obiettivi per il futuro, sono già stati resi pubblici due bilanci di sostenibilità.

Gaetano Marzotto: “Crediamo fortemente in questo progetto”

«È motivo di grande orgoglio per me e i miei fratelli – commenta Gaetano Marzotto, nipote del fondatore e presidente di Herita MWE –  poter celebrare i novant’anni dall’avvio di quell’incredibile sogno che fu lo sbarco nell’agroalimentare compiuto da nostro nonno. Non è riduttivo dire che dove c’era un tempo un latifondo condotto a mezzadria, è prosperata una realtà che ha fatto la storia del vino italiano e che ancora oggi continua ad investire e a crescere. Orgoglio e, naturalmente, grande responsabilità per tutta la nostra famiglia, compresa la nuova generazione in azienda, che crede fortemente in questo progetto e che si pone ulteriori ambizioni traguardi per gli anni a venire».

Andrea Conzonato CEO di HERITA

Per il veronese Andrea Conzonato, AD di Herita MWE, nella foto qui sopra: «Questi novant’anni cadono in un momento molto particolare per il mondo del vino, italiano ma non solo. Le incertezze geopolitiche, il cambio generazionale nei consumatori, le tensioni sui dazi che investono diversi mercati, impongono alle cantine italiane scelte importanti e visioni di medio-lungo termine altrettanto strategiche. Come HERITA confermiamo con determinazione   dell’ultimo lustro – e la scelta di sviluppare vieppiù la nostra presenza oltreconfine, con  particolare focus negli Stati Uniti, dove siamo già fortemente presenti non soltanto sul fronte commerciale ma anche sul versante produttivo».