(p.d.) Zona Rossa. Evoca la pandemia, quando porzioni di territorio venivano isolate per impedire la diffusione del Covid. Ma se il virus non è più un’emergenza perché si parla ancora di Zona Rossa? Semplicemente perché di emergenza ce n’è un’altra, quella del degrado umano, della criminalità diffusa che rende insicure e pericolose, le nostre strade.
A Verona simbolo di questa situazione è la stazione Porta Nuova col piazzale antistante, dove stazionano notte e giorno individui stranieri dediti allo spaccio di droga ed ai reati predatori. L’africano ucciso dal poliziotto qualche mese fa per difendersi dalla sua aggressione è l’episodio simbolo e più grave del degrado cui versa quest’area che è uno dei biglietti da visita della città.
Poi di violenze, prepotenze, minacce, aggressioni, furti, rapine e borseggi ce ne sono tutti i giorni. Ultima in ordine di tempo quella del ragazzo picchiato la cui madre ha scritto all’assessore alla Sicurezza del Comune Stefania Zivelonghi chiedendo che venga istituita una Zona Rossa davanti alla stazione.
Zona Rossa significa zona pericolosa, vietata a tutti coloro che sono colpiti da provvedimenti giudiziari o di pubblica sicurezza a causa di condotte violente o comunque illegali. Per carità, pur di mettere i bastoni fra le ruote ai delinquenti, tutto fa brodo. Anche la Zona Rossa. Che però è anche un’ammissione di impotenza da parte dello Stato che accetta che alcune aree delle città non siano sicure. Questo non è ammissibile.
Come si può pensare che davanti alla stazione ferroviaria, uno dei principali punti d’arrivo a Verona, dove ogni giorno transitano decine di migliaia di persone, studenti e lavoratori pendolari, turisti, semplici cittadini che hanno il diritto di girare dove vogliono, possa essere dichiarata zona pericolosa?
Non Zona Rossa ma più agenti nelle strade e meno negli uffici
Non è molto più logico, giusto e anche semplice dislocarvi h 24 agenti della Polizia di Stato e Locale, Carabinieri e Guardie di Finanza fino a rendere la vita impossibile ai delinquenti e sicura ai cittadini? Non serve a niente fare i blitz una volta tanto con spiegamento di mezzi e poi lasciare che tutto torni come prima.
E non ci si venga a dire che le forze dell’ordine non hanno abbastanza personale. Non è vero! Fra Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Polizia locale in Italia ce ne sono 415 ogni 100.000 abitanti, uno dei rapporti più alti tra 27 paesi dell’Unione europea e assolutamente il più altro tra quelli più grandi come Francia 359 , Spagna 380 e Germania 311?
L’Italia di agenti di forze dell’ordine ne ha più degli altri partner del continente di dimensioni simili alle nostre per popolazione e dimensioni del territorio.
Che cosa vuol dire allora? Innanzitutto che non è vero che mancano gli agenti. Anzi, ce ne sono anche troppi.
E allora vuol dire che se il problema non è quantitativo è funzionale. Il che significa che quelli che ci sono vengono utilizzati male. E se vengono utilizzati male di chi è la colpa? Non certo degli agenti e tanto meno dei cittadini che con le tasse pagano i loro stipendi. La responsabilità è di chi li ha gestiti finora e li gestisce tutt’ora. Un problema di organizzazione, di regole d’ingaggio, di razionalizzazione e molto probabilmente anche di mentalità.
E c’è anche una questione di credibilità. Come si può affermare che mancano gli agenti per presidiare il territorio – ma abbiamo visto che non mancano- e poi tenerne una quantità in ufficio a fare gli impiegati?
A questo punto altro che Zona Rossa! La palla è tutta nelle mani di Piantedosi, uno del mestiere,che essendo il ministro degli Interni di un governo di destra che, non dimentichiamolo, ha preso i voti con un programma che ha promesso ordine e sicurezza, non può limitarsi all’ordinaria amministrazione, ma deve intervenire pesantemente e subito.