Duro attacco al sistema dei medici di base del governatore del Lazio, Francesco Rocca (FdI), che in un’intervista al Corriere della Sera afferma che devono diventare dipendenti del Servizio Sanitario e non possano più essere dei liberi professionisti che si convenzionano con la Regione d’appartenenza. La riforma sanitaria in corso non può ignorare questa esigenza.
“I cittadini ci scrivono per segnalarci difficoltà nel trovare lo studio aperto o per farsi inviare le prescrizioni per l’acquisto di farmaci. E non parliamo di quello che succede di sabato e domenica. Al Pronto soccorso c’è la ressa, gente che non ha trovato alternative sul territorio. Non dovrebbero essere loro a fare da filtro?”.
Medici di base dipendenti o convenzionati?
La denuncia del Presidente della Regione Lazio riapre pesantemente la questione del ruolo del medico di medicina generale nell’ambito dell’assistenza sanitaria territoriale. Un ruolo che, è stato osservato più volte e da più parti, è del tutto inadeguato e che comporta tutta una serie di richieste di prestazioni improprie che si riversano sugli Ospedali con le note conseguenze.
I medici di base non ne vogliono sapere e il loro sindacato, la Fimmg, promette opposizione.
Ma così, dice senza mezzi termini Rocca “il sistema non regge. Se un quartiere della periferia romana, poco ambito, resta sguarnito del medico andato in pensione, vorrei poterne disporne la sostituzione. Il cittadino pretende risposte”.
E incalza “Se vogliamo che il medico partecipi alla campagna antinfluenzale dobbiamo prevedere circa 6 euro in più a paziente. E non tutti i dottori accettano di aderire. È un continuo negoziare”. E pensare, precisa il governatore del Lazio che spendiamo”4 miliardi e 200 milioni a livello nazionale per pagarli”.
Una posizione diversa da quella di Zaia che è favorevole a mantenere il rapporto di convenzione con i medici di base che già lavorano mentre vorrebbe assumere con rapporto di dipendenza quelli nuovi.