A mano a mano che si avvicina la data delle elezioni regionali si va componendo il quadro di quello che accadrà in Veneto per il candidato presidente.

Cadute definitivamente le ipotesi di un 4° mandato per Zaia e di una proroga di 6 mesi del suo mandato, si sta progressivamente chiarendo un altro dato determinante.  Fratelli d’Italia rinuncerebbe a rivendicare la presidenza. Non è ancora ufficiale, ma è quanto emerge costantemente dai rumors dei vari ambienti politici del centrodestra.

Per chi non conosce bene le dinamiche della politica, e soprattutto quelle interne a Fratelli d’Italia, parrebbe qualcosa di surreale. Ma come? Il partito che ha il doppio dei voti della Lega e il triplo di quelli di Forza Italia cede il passo su una delle poltrone più importanti d’Italia, essendo il Veneto la regione più importante d’Italia dopo la Lombardia? Impossibile!

E invece parrebbe proprio così, almeno stando alle voci raccolte nell’ambiente, ma soprattutto a saper leggere le dichiarazioni dei vari esponenti dei fratelli a cominciare dalla leader maxima. 

Interpellati sull’argomento sono sempre possibilisti. Mai s’è sentita affermare la determinazione di far pesare il dato elettorale, come avviene di solito. Nelle risposte sempre molta prudenza se non rassegnazione.

Tutti indizi, certo. Ma quando gli indizi cominciamo ad essere tanti e concordanti, si dice che valgano una prova.

E allora viene da chiedersi quale sia la ragione di questa arrendevolezza, se non della decisione non ancora espressa ufficialmente di avere mollato il Veneto. Una risposta può essere che i fratelli non siano convinti del candidato da presentare. 

I nomi che girano per la presidenza del Veneto

Probabile che  Meloni molli il Veneto a Lega o Forza Italia

La più forte e capace con un curriculum che meglio non si può ed una capacità di raccogliere consenso testata alle ultime europee con poco meno di 70 mila preferenze è Elena Donazzan, eurodeputata bassanese, 20 anni in Regione, 18 da assessore, conoscenza perfetta della macchina regionale. Ma, si mormora, non è gradita ai piani alti. 

Poi c’è Adolfo Urso, che avrebbe pure tutte le carte in regola. Ma chi glielo fa fare a mollare uno dei ministeri più importanti e dinamici? Quindi Raffaele Speranzon, veneziano, senatore, con una bella immagine ed una buona visibilità, fedelissimo della Meloni e della sua generazione politica. Ma non tutti sono convinti. 

Probabile che  Meloni molli il Veneto a Lega o Forza Italia

Ma non è solo questo.

Il Veneto potrebbe costituire per la Meloni una merce di scambio pregiata da giocarsi sullo scenario nazionale per ottenere risultati che per lei sono più importanti.

Si parla che potrebbe essere ceduto alla Lega in vista di una pesante contropartita nel 2028, o prima in caso di dimissioni di Fontana: la Lombardia, la regione più importante e popolosa d’Italia. La regione di Ignazio La Russa che, assieme alla Meloni, è il leader più potente del partito. Ma il 2028 è lontano e 3 anni in politica sono un’era geologica e le dimissioni dell’attuale governatore dovrebbero avere una motivazione. Nel caso il candidato presidente fosse leghista il nome più accreditato è quello del sindaco di Treviso Mario Conte. Ma potrebbe anche spuntare il nome della veronese Elisa De Berti. Entrambi sarebbero nel segno della continuità con il governatorato Zaia.

Probabile che  Meloni molli il Veneto a Lega o Forza Italia

Oppure circola sempre più insistente la voce che il Veneto potrebbe essere scambiato con la Campania, dove si vota contemporaneamente. In Campania verrebbe candidato il ministro degli Interni Piantedosi che lascerebbe il posto a Salvini, cui notoriamente ambisce per condurre la lotta all’immigrazione selvaggia. In questo caso, accontentata la Lega e FdI si aprirebbe una possibilità anche per Forza Italia che ha già dichiarato che vuole il veronese Flavio Tosi al posto di Zaia.  Ma resta il problema della rivendicazione leghista della regione. Una Lega molto radicata sul territorio, ma scossa da problemi interni e sulla quale pesa l’incognita Vannacci: sarà presente alle regionali con una sua lista o correrà con il simbolo del Carroccio?

Probabile che  Meloni molli il Veneto a Lega o Forza Italia

Queste, come in premessa, sono ipotesi che dovranno trovare conferma o smentita nei prossimi mesi. Tuttavia, pur nella indeterminatezza della situazione, un altro dato appare chiaro e smentisce tutte le minacce ventilate nei mesi scorsi: il centrodestra correrà unito. E, se unito, per la sinistra sarà quasi impossibile batterlo.