Rapporto Coop 2025: non sarà un anno facile: la congiuntura internazionale fatta di guerre commerciali e guerre combattute sul terreno costringerà i consumatori a rinviare molti acquisti e le aziende italiane a ricercare al proprio interno nuovi margini di efficienza data la difficoltà nello scaricare sui prezzi i propri costi in crescita.
Lo scenario del Report della Coop sull’inverno 2024-25 – realizzato attraverso un panel di poco meno di 700 manager italiani (compresi quelli de L’Adige) – registra un sistema imprenditoriale molto attento al quotidiano, che continuerà la sua propensione all’export e una nuova stagione di alleanze nel proprio settore per migliorare le capacità competitive.
Quali saranno i fattori che genereranno nuovi problemi alle imprese? La fine della globalizzazione così come l’abbiamo conosciuta sinora (maggiore preoccupazione per i manager con ben il 72% che prevede una crescita degli ostacoli al commercio); le diseguaglianze economiche e sociali (che entrano anche nei consumi domestici delle famiglie italiane); guerre e conflitti (soltanto l’115 del campione prevede una crescita della stabilità geopolitica).
![Rapporto Coop 2025, per le imprese un anno "senza rete": corsa alla ricerca dell'efficienza interna 1 1.02 La domanda debole spinge le imprese a reagire rappcoop24](https://www.giornaleadige.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/02/1.02-La-domanda-debole-spinge-le-imprese-a-reagire_rappcoop24-1024x576.png)
Quanto ai problemi tipici italiani ben il 42% del campione immagina un calo dello sviluppo economico, quasi un manager su due; una crescita del costo del denaro nonostante il calo dei tassi attuato dalle banche centrali, un incremento della instabilità nei mercati finanziari.
Soprattutto, manca l’ombrello europeo: davanti ad un Donald Trump debordante, che presenta nuove strategie di espansione della propria sfera politica (dalla Groenlandia a Panama al Medio Oriente), Bruxelles continuerà a balbettare e per il 92% del campione non sarà in grado di dare una risposta vera. Eppure basterebbe un soffio di “sovranità europea” per cambiarne le prospettive agendo banalmente su tre voci: maggiore integrazione all’interno; voce unitaria verso l’esterno e riduzione della dipendenza energetica dell’Unione. Una voglia di Europa che il campione porta all’estremo: il 77% dei manager italiani è a favore di misure protezionistiche per difendere il nostro mercato da mezzo miliardo di consumatori .
Rapporto Coop 2025, debito pubblico e transizione energetica fuori dal radar
Se Bruxelles pisola beatamente, che dovrebbe fare Roma? La ricetta dei manager non brilla – onestamente – per creatività. Preoccupante il disinteresse verso il debito pubblico e la spesa pubblica (incassa l’interesse di un manager su tre) mentre il mantra è l’ennesima riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese, la promozione dell’istruzione della formazione professionale, il contrasto alla precarietà e nuovi investimenti nelle infrastrutture strategiche. Transizione energetica di fatto fuori dai radar (appena il 19% come efficacia).
In questo scenario pesa anche la scelta degli Italiani di rinviare ancora per un altro anno gli acquisti di beni durevoli (casa, auto, elettrodomestici e tecnologia); in contrazione addirittura le intenzioni di acquisto anche dello smartphone mito dell’ultimo decennio surclassato nelle intenzioni di spesa per l’acquisto di piccoli elettrodomestici: sembra essere nelle intenzioni del 32% del campione a fronte di un 24% ancora propenso all’acquisto del cellulare nuovo. E in questo tramonto delle icone del ‘900 anche la casa (9% pensano all’acquisto e il 14% ad una ristrutturazione) e l’auto (dove non vi sono segnali di inversioni di tendenza dopo i ripetuti crolli degli ultimi periodi) scivolano sempre più in fondo nella wish list degli italiani per l’anno appena iniziato.
Da qui la scelta degli imprenditori: attenzione all’interno, ricerca dell’efficienza e della riduzione di costi; caccia a nuovi mercati e, perché no, nuove alleanze.