La “cumbre de los patriotas” di Madrid – l’assemblea dei Patrioti ovvero dei partiti europei che si riconoscono nella nuova destra di Donald Trump e sotto lo slogan “make Europe great again” – ha oggi presentato la sua nuova parola d’ordine: reconquista, riconquista. Un riferimento chiarissimo, diretto, alla cacciata degli Arabi dalla penisola iberica da parte dei Re Cattolici ed alla battaglia di Lepanto dove gli Stati europei del tempo fermarono l’espansione dell’Impero Ottomano.

E’ solo demagogia? è l’imposizione di una parola d’ordine per influenzare l’elettorato europeo per le prossime elezioni politiche in Germania, Repubblica Ceca e Romania? L’impressione, questa volta, è che i patrioti stiano ascoltando quello che dicono i propri elettori. Ad esempio di ciò, l’ultimo Radar SWG che ha analizzato l’approccio degli Italiani alle recenti polemiche sull’accettazione del velo islamico integrale nelle scuole pubbliche di Monfalcone (dove la percentuale di musulmani sulla popolazione totale è del 30%). Il pericolo della islamizzazione della società italiana è ritenuta un pericolo reale (a clear and present danger, per citare Tom Clancy) da un cittadino su tre, la percentuale sale a due cittadini su tre se si proietta nel futuro questa ipotesi.

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Non vedono questo pericolo gli elettori di centrosinistra e i giovani dove sta passando la sottocultura dei “maranza” e della musica trash-trap che inneggia, giustifica e promuove non l’integrazione, ma l’imposizione di alcuni valori (ruolo della donna, anti-semitismo, violenza contro le forze dell’ordine, opposizione al modello attuale della società italiana). E non è un caso se nel volgere di vent’anni gli Italiani hanno cambiato notevolmente opinione verso l’apertura all’Islam: non un calo, ma un vero e proprio crollo nei consensi passati dal 58 al 33%. Gli Italiani, insomma, non si fidano dei cittadini e dei residenti di fede musulmana.

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E una chiusura totale? è il rifiuto di una possibile integrazione? No, gli Italiani in questo sondaggio dimostrano di saper distinguere fra estremisti islamici e residenti di religione musulmana. Ad esempio non vogliono “obbligare” gli immigrati a cambiare religione ed abitudini – tre italiani su quattro sono disponibili ad accettare culture diverse dalla nostra purchè rispettose della legislazione italiana.

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E quale siano queste leggi è facile comprenderlo: l’imposizione anche visiva della propria cultura religiosa costringendo le donne a celare il viso non è accettata. Gli Italiani sono favorevoli a legge che vietino  burqa, hijab e niqab o il ripudio delle mogli come alcuni Comuni italiani stanno paradossalmente valutando. Quindi, alla fin fine, quando Matteo Salvini dice che “il burqa non è Europa” non impone una linea politica, ma prende atto di un sentimento popolare diffuso. Resta solo un quesito: come fare per “liberare” le ragazze di seconda generazione ad uscire dal patriarcato imposto dai loro genitori di religione islamica? meglio averle in classe coperte dal velo o prigioniere in casa?

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