Il vertice odierno di Monaco – al di là della Storia che si ripete e non è un gran bel segnale – è la plastica rappresentazione che le Nazioni Unite non servono praticamente a nulla. Ciò nonostante, gli Italiani continuano a mostrare un po’ di fiducia chiedendo però che il diritto di veto delle Nazioni che hanno vinto la Seconda guerra mondiale un secolo venga annullato, chiudendo il lungo periodo del loro privilegio anacronistico. Lo dice l’ultimo Radar SWG che ha chiesto agli elettori di casa nostra cosa pensano delle organizzazioni internazionali.

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Passato l’innamoramento degli Anni Sessanta, ONU, Fondo Monetario, WTO – ovvero l’organizzazione del commercio – non riscuotono più un grande successo nel pubblico. Che l’ONU sia la cornucopia di una burocrazia transnazionale è evidente; che il FMI sia bravissimo a strozzare gli Stati anche; che la globalizzazione sia una fregatura per noi è altrettanto chiaro. Certamente, sono organizzazioni che seguono alcuni interessi, peccato non siano – sempre – i nostri. Più interesse invece per UNESCO e FAO che appaiono più equilibrate nelle loro scelte. L’Organizzazione per i rifugiati e Corte Penale internazionale vengono viste, invece, come istituzioni che prima di agire guardano con attenzione a chi propone cosa.

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Un giudizio severo fatto da un campione di elettori che, nella realtà, crede che queste organizzazioni avrebbero ancora un ruolo da svolgere e potrebbero fare molto per gestire una quotidianità complessa che dalle grandi sfide globali – ambiente, sovra-popolamento, inquinamento, riduzione della biodiversità – arriva a cascata nelle nostre case. Ed a credere in queste organizzazioni sono gli elettori di entrambi gli schieramenti.

RADAR swg
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E allora, cosa dovrebbe fare l’ONU per riacquistare credibilità agli occhi degli Italiani? Bè, intanto costituire una forza militare in grado di interporsi per davvero fra i duellanti imponendo la pace e non nascondendosi nei bunker e basta; togliere il diritto di veto ai cinque Paesi che tengono il mondo bloccato dando maggiore spazio e potere (ed anche responsabilità di contribuire al budget) ai nuovi Paesi emergenti di Asia, America Latina ed Africa. L’Europa conterà meno, gli USA forse no, la Cina non si sa, Francia, Russia e UK sono già nella seconda linea dei Cinque: non sarà più facile la gestione delle Nazioni Unite, ma almeno sarà più democratica. Un Italiano su sette cancellerebbe del tutto le Nazioni Unite; uno su due vorrebbe cambiarle profondamente.

Insomma gli Italiani bocciano queste Istituzioni anche se un’alternativa – che non sia un neo-colonialismo – in realtà non c’è.