Conclusi a Bruxelles i negoziati sulla revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti, finalizzata a ridurre l’impatto ambientale e climatico della gestione dei rifiuti alimentari e tessili. Decisivo il ruolo del Partito Popolare Europeo per raggiungere un accordo che coniuga sostenibilità ambientale e competitività economica, evitando oneri sproporzionati per le imprese medie e piccole che ora potranno cogliere delle opportunità, anche produttive, grazie al supporto che sarà dato all’economia circolare nei processi di smaltimento, riciclo, riuso.

  L’accordo conferma gli obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari del 10% nella lavorazione e 30% nella distribuzione entro il 2030, introducendo però a beneficio degli Stati Ue dei margini di flessibilità per raggiungerli, come la possibilità di considerare la variabile del turismo nei calcoli pro-capite. Sul tessile, vengono istituiti regimi armonizzati di responsabilità estesa del produttore (EPR) sulla raccolta e il trattamento dei rifiuti tessili e calzaturieri, incentivando così il riuso e il riciclo.

Flavio Tosi, europarlamentare di Forza Italia in Commissione ENVI e relatore del dossier per il Ppe: “Abbiamo lavorato per garantire una transizione ambientale sostenibile che non sia un peso per le imprese. Come Ppe abbiamo scongiurato un approccio ideologico e massimalista, individuando e stabilendo invece obiettivi realistici, fornendo certezze normative e strumenti concreti per ridurre gli sprechi e rafforzare l’economia circolare. Ambiente ed economia vanno di pari passo, non sono in contrapposizione, questo ci distingue dalla sinistra, che troppo spesso antepone logiche punitive e ideologiche a danno delle imprese e dello sviluppo”.  

Bruxelles accordo rifiuti

  Tosi rivendica due tasselli importanti: aver escluso la produzione primaria da obblighi aggiuntivi, “riconoscendo già oggi il ruolo chiave degli agricoltori nell’economia circolare e nelle pratiche di riduzione degli sprechi” dice l’europarlamentare; e aver previsto, nel tessile, come richiesto dalle stesse associazioni di categoria, un’inclusione graduale e semplificata nel sistema EPR delle microimprese, che avranno accesso a risorse e infrastrutture adeguate, “quindi il supporto necessario per adattarsi alla nuova normativa”. “Per le microimprese, cuore del made in Italy, si apre una grande opportunità, essere riusciti a includerle nel sistema EPR del riciclo e riuso significa tutelarle nei confronti dei giganti asiatici dell’ultra-fast fashion” spiega Tosi.

E conclude:“Obiettivo è ridurre il mercato dell’usa e getta di scarsa qualità che oggi produce enormi volumi e aumenta in modo esponenziale la produzione di rifiuti tessili in Europa”.