Presentati i risultati della ricerca Futuro Qui! promossa da Fondazione Cariverona e condotta da Upskill 4.0: la metà degli under 35 non si vede nella propria terra d’origine e chiede un piano di interventi strutturali e concreti per trasformare il territorio.

Per un giovane su due non è nella propria terra d’origine, ma altrove, in Italia o all’estero. Non per mancanza di attaccamento, ma per l’assenza di condizioni favorevoli: salari poco competitivi, opportunità lavorative non in linea con le competenze, difficoltà nell’accesso alla casa, servizi pubblici inefficienti e trasporti inadeguati. Questo è il quadro emerso dalla ricerca Futuro Qui!, promossa da Fondazione Cariverona e condotta da Upskill 4.0, che ha raccolto le opinioni di oltre 1.000 giovani tra i 18 e i 34 anni nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Mantova e Ancona.

I risultati, presentati ieri pomeriggio a Verona durante un evento organizzato con Will Media, delineano con chiarezza le criticità che influenzano la decisione di restare o partire. Se la qualità della vita ottiene ancora una valutazione positiva (3,7 su una scala da 1 a 5), le fondamenta su cui si regge risultano fragili. Il benessere percepito dipende da fattori tradizionali, come il cibo e gli impianti sportivi, ma manca un supporto strutturale che garantisca prospettive di lungo termine.

Lavoro e retribuzioni insufficienti

Il 43,5% dei giovani si dichiara insoddisfatto degli stipendi, considerati troppo bassi rispetto al costo della vita. Inoltre, il 41,6% ritiene che il proprio titolo di studio non trovi adeguato riscontro nelle opportunità professionali locali. Anche la mancanza di prospettive di crescita pesa sulle decisioni: il 32,9% guarda altrove per costruire una carriera più solida.

Servizi pubblici e mobilità: un ostacolo alla permanenza

L’81,2% dei giovani considera la qualità della sanità un fattore decisivo per restare, ma la mobilità rappresenta un ostacolo significativo: l’assenza di collegamenti efficienti e affidabili limita la libertà di movimento e penalizza il territorio.

Casa e spazi di aggregazione: una sfida aperta

Il 47,9% dei giovani è insoddisfatto dell’offerta abitativa: affitti inaccessibili e costi di acquisto proibitivi costringono molti under 35 a rimanere con i genitori, rinviando la costruzione di una vita indipendente. Inoltre, emerge una carenza di spazi di aggregazione e un’offerta culturale limitata, che rendono il territorio meno attrattivo dal punto di vista sociale.

La ricerca Futuro Qui! non si ferma alla denuncia, ma propone sette ambiti di intervento prioritari:

  1. Mobilità: trasporti pubblici moderni ed efficienti.
  2. Spazi: luoghi di aggregazione innovativi che uniscano lavoro, formazione e socialità.
  3. Partecipazione: coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali locali.
  4. Cultura: eventi e iniziative che rendano il territorio più stimolante.
  5. Governance: un nuovo modello di gestione territoriale basato sull’ascolto.
  6. Lavoro: opportunità professionali di qualità con salari equi.
  7. Abitazione: politiche per un accesso sostenibile alla casa.

“Il dato più preoccupante non è solo l’alta percentuale di giovani che pensa di andarsene, ma la consapevolezza diffusa su cosa servirebbe per trattenerli”, afferma Bruno Giordano, presidente di Fondazione Cariverona. Futuro Qui! segna l’inizio di un percorso di ascolto e cambiamento, con l’obiettivo di coinvolgere istituzioni, imprese e comunità locali in un piano d’azione concreto per dare ai giovani la possibilità di immaginare il proprio futuro qui, e non altrove.

Per consultare il report completo: www.fondazionecariverona.org/Nostri-progetti/futuro-qui/

Futuro Qui Immagine 2 Bruno Giordano pres. Fondazione Cariverona e Stefano Micelli pres. Upskill 4.0