L’integrazione al minimo della pensione, la maggiorazione sociale e l’assegno di vedovanza sono prestazioni assistenziali destinate a supportare le fasce economicamente più vulnerabili della popolazione. Queste prestazioni non vengono erogate automaticamente dall’INPS, ma solo su richiesta, spesso a causa della scarsa consapevolezza dei beneficiari riguardo alle opportunità a loro disposizione e dei requisiti necessari per accedervi.

In questo contesto, il Sindacato dei Pensionati Spi Cgil di Verona, in collaborazione con il Patronato Inca Cgil, svolge la funzione nell’assistenza e tutela individuale, guidando i pensionati nella ricostruzione della loro pensione. Ciò implica il ricalcolo dell’importo finale delle pensioni, tenendo conto di diritti che, altrimenti, sarebbero rimasti inespressi.

Nonostante si tratti spesso di importi modesti, compresi tra i 25 e i 50 euro al mese, queste somme possono rappresentare una differenza significativa per chi già percepisce una pensione ridotta, soprattutto quando si considerano gli arretrati che possono accumularsi nel tempo. Ad esempio, il trattamento minimo per le pensioni di lavoratori dipendenti e autonomi nel 2025 è fissato a 603,40 euro al mese, con un incremento del 2,2%, che porta l’importo a 616,67 euro mensili.

Nel 2023, lo Spi Cgil Verona ha recuperato più di mezzo milione di euro (502.159 euro) sul territorio provinciale. Di questi, 471.222 euro erano relativi a arretrati, mentre i restanti 30.927 euro erano costituiti da incrementi mensili. Le pratiche elaborate sono state 243, con un recupero medio di 2.066 euro a pratica, suddivisi in 1.939 euro di arretrati e 127 euro come incremento mensile.

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Un caso emblematico riguarda un 71enne di Verona, titolare di un assegno sociale di soli 399 euro, a cui sono stati riconosciuti 15 mila euro di arretrati e una maggiorazione sociale di 200 euro al mese, portando la sua pensione a un importo vicino ai 600 euro mensili. Similmente, un altro pensionato di Roverchiara, inabile al 100%, ha visto il proprio assegno di invalidità passare da 343,66 euro a un incremento mensile di 391,39 euro. In un caso a Pastrengo, un’anziana di 88 anni, con una pensione di reversibilità di 641 euro, ha ottenuto un aumento di 52,91 euro al mese e il riconoscimento di 5 anni di arretrati.

Silvano Lodola, responsabile della sede Spi Cgil di Verona, sottolinea l’importanza della ricostruzione pensionistica per chi percepisce assegni sociali, pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e altre prestazioni assistenziali. L’appello è rivolto non solo ai pensionati stessi, ma anche a familiari, amici e volontari, affinché possano supportare gli anziani nella rivendicazione dei loro diritti, indirizzandoli verso il sindacato o il patronato.

Per quanto riguarda le tipologie di prestazioni, il 45% delle pratiche è stato relativo alla ricostruzione della pensione in base al trattamento minimo (Legge 335/95), il 22% alle maggiorazioni sociali, il 16% alla ristrutturazione dell’assegno vedovile, e il restante 16% al ripristino delle provvidenze economiche da invalidità civile, che talvolta vengono sospese o revocate per motivi socio-economici.

Il Segretario generale dello Spi Cgil Verona, Adriano Filice, ricorda che la consulenza e la tutela individuale rappresentano una delle principali attività dell’organizzazione. Tuttavia, lo Spi Cgil è anche impegnato in altre importanti azioni, come la contrattazione sociale dei diritti a livello locale e la solidarietà attiva tramite i servizi dell’Auser, che garantiscono una rappresentanza completa e un impegno continuo per il miglioramento delle condizioni dei pensionati.