“Con l’aggiornamento del Piano Cave, la situazione della provincia di Verona viene ulteriormente aggravata. Vengono infatti introdotte misure pesanti, che da un lato muteranno radicalmente l’aspetto di un territorio già eccessivamente sfruttato. E che contemporaneamente andranno a gravare sui cittadini, portando ad un aumento del traffico di mezzi pesanti, alla perdita dei preziosi paesaggi agricoli e tradizionali e ad un aumento di inquinamento e sfruttamento del suolo. Senza dimenticare l’ulteriore danno rappresentato dal deprezzamento degli immobili che si trovano nei pressi delle aree di cava. A fronte di questo scenario abbiamo avanzato due richieste in commissione. La prima è la convocazione urgente in audizione della Provincia, dei Comuni, delle associazioni e dei comitati territoriali che sono direttamente interessati da questo provvedimento. La seconda è che il provvedimento non venga direttamente approvato dalla Giunta ma che venga discusso in aula del Consiglio regionale”.

Lo dice la consigliera regionale del Pd Veneto, Anna Maria Bigon.

“Per l’estrazione di sabbia e ghiaia, detriti e calcari per costruzioni, il PRAC si concentra soprattutto nel veronese, proprio laddove si conta già il maggior numero di cave produttive rispetto ad ogni altra provincia. Un’aggressione del territorio che non può essere giustificata solo con la necessità di reperire le risorse necessarie alla realizzazione di importanti opere infrastrutturali e che non può essere accettata a testa china. Ascoltare in commissione i diretti interessati e coinvolgere il Consiglio con un confronto in aula, è quanto mai doveroso e necessario”.