“Chiedo con urgenza che il presidente Luca Zaia convochi il presidente di Save e venga in aula a relazionare su cosa stia succedendo alla principale infrastruttura del turismo veneto, un tempo in mano pubblica. L’ipotesi di cessione di Save S.p.A. al fondo francese Ardian rappresenta un colpo durissimo per il Veneto e per l’Italia. Dopo la svendita delle banche venete, il trasferimento del controllo delle multiutility a Bologna e la perdita dei nostri poli fieristici, ora dobbiamo assistere anche alla possibile cessione del nostro sistema aeroportuale senza reagire? Questo non può e non deve accadere”. Così Joe Formaggio, consigliere regionale di Fratelli d’Italia -Giorgia Meloni, che esprime forte preoccupazione per il silenzio e l’inerzia delle istituzioni venete di fronte a un’operazione che rischia di privare definitivamente il territorio del controllo su un’infrastruttura strategica per l’economia e il turismo regionale.
“L’operazione riguarda la vendita dell’88% di Save, società che gestisce gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona e Brescia, attualmente controllata dai fondi esteri InfraVia (francese) e DWS (tedesco). Il fondo Ardian ha ottenuto un’esclusiva per trattare l’acquisizione, in un’operazione che potrebbe superare il miliardo di euro. Ma il nodo politico ed economico è il ruolo di Enrico Marchi, presidente di Save e principale artefice della trattativa, che sembra intenzionato a facilitare il passaggio sotto il controllo francese. Marchi, da anni alla guida di Save, ha gestito la privatizzazione della società e mantenuto il controllo strategico pur possedendo solo una quota di minoranza.
Nel 2017 ha guidato l’operazione che ha portato Save fuori dalla Borsa e nelle mani di fondi stranieri, promettendo sviluppo e radicamento territoriale. Oggi, invece, – commenta Formaggio – si pone alla guida di una manovra che potrebbe consegnare tutta la gestione aeroportuale veneta a capitale francese, eliminando ogni residua influenza italiana sulla governance degli scali. Se oggi i fondi vendono, è perché Marchi ha creato le condizioni per questo scenario. La sua responsabilità è totale, così come lo è quella di chi, a Venezia e a Roma, sta permettendo questa operazione senza opporsi”.
“Il Veneto non può restare spettatore passivo di questa vicenda. È impensabile che un’infrastruttura strategica come il sistema aeroportuale regionale possa finire nelle mani di un fondo straniero senza alcuna reazione. Serve un intervento immediato. Per questo motivo, – prosegue Formaggio – chiedo con urgenza al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia di intervenire tempestivamente per: convocare Enrico Marchi in Consiglio Regionale per chiarire i termini dell’accordo e spiegare le ragioni di questa operazione; Coinvolgere il Governo e Cassa Depositi e Prestiti per individuare una soluzione alternativa che mantenga Save in mani italiane; Utilizzare tutti gli strumenti disponibili, incluso il Golden Power, per impedire il passaggio della gestione degli aeroporti veneti sotto controllo straniero. Stiamo lavorando per ottenere risposte urgenti anche da Palazzo Chigi. Non possiamo accettare che, dopo anni di gestione, Save finisca per diventare una pedina nelle mani di investitori internazionali senza che il Veneto abbia voce in capitolo. Gli aeroporti veneti devono restare al Veneto. Marchi si assuma le sue responsabilità e Zaia dimostri che la nostra Regione ha ancora la forza di difendere i propri asset strategici”, conclude Formaggio.