Il Servizio sanitario nazionale migliora nell’assistenza ospedaliera, ma è in difficoltà per la prevenzione e il territorio. E quanto emerge dal monitoraggio fatto dal Ministero della Salute riguardo al 2023 e anticipato dal Sole 24 Ore.
Sono 13 le regioni che hanno la sufficienza in tutte le aree dell’assistenza sanitaria: prevenzione, assistenza distrettuale e ospedaliera.Invece 4 sono state bocciate in 2 aree e altre 4 altrettante in 1 area.
Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna sono a posto.
La Valle D’Aosta non è sufficiente per l’assistenza distrettuale e ospedaliera. Abruzzo, Calabria, Sicilia insufficienti nella prevenzione e nell’assistenza distrettuale. Bolzano, Liguria e Molise sono insufficienti nella prevenzione e la Basilicata nell’assistenza distrettuale.
Veneto, Toscana, P.A. di Trento, Emilia Romagna e Piemonte hanno ottenuto i punteggi più alti.
Le peggiori:Calabria, Valle d’Aosta, Sicilia Abruzzo e Basilicata.
Il Veneto, con 96 punti su 100 supera l’Emilia-Romagna in cima alla classifica, grazie a un forte miglioramento nella prevenzione, che diventa 4ª per il calo dell’assistenza territoriale. E così la Lombardia che perde 4,64 sempre per una diminuzione dell’assistenza territoriale.
La Sardegna guadagna punti grazie alla prevenzione e all’assistenza territoriale. Migliora anche la Calabria, che sebbene resti ultima in classifica, registra un importante miglioramento distribuito su tutte le aree dell’assistenza.. Precipita la Basilicata (-6,47 punti) per quel che riguarda le cure ospedaliere e territoriali.
Il Ministero getta acqua sul fuoco
Con questi dati il Ministero della salute getta acqua sul fuoco del malcontento generale per l’andamento della sanità. Ci saranno anche, è vero, delle isole felici. Ed anche qui ci sarebbe molto da dire. Noi che viviamo in una di queste isole sappiamo benissimo che non è tutto oro quello che i dati vorrebbero far luccicare. Il problema è ormai sistemico e non c’è modo di risolverlo se non con una riforma radicale che prenda atto che ormai non è più possibile dare tutto a tutti. Ci rendiamo conto che è difficile dirlo, soprattutto per chi poi deve andare a chiedere il voto ai cittadini. Tuttavia, lasciando andare le cose come vanno, potranno solo peggiorare. Anche nelle isole felici.