Si mantiene pressoché stabile l’export delle produzioni veronesi che chiude il 2024 raggiungendo quota 15,2 miliardi di euro, in leggera flessione rispetto all’anno precedente (-0,2%). Verona si dimostra così la provincia veneta con la riduzione più contenuta, registrando un risultato superiore sia rispetto alla media regionale (-1,8%) che al dato nazionale (-0,4%). Lo rileva la Camera di Commercio scaligera che ha elaborato i dati Istat. 

La geografia delle esportazioni vede risultati contrastanti tra i primi dieci Paesi di destinazione delle produzioni Made in Verona. La Germania, principale piazza di sbocco delle merci scaligere con 2,8 miliardi euro e una quota di oltre il 18% sul totale export registra una flessione dello 0,7%, mentre sono in luce verde sia Francia, che cresce a valore del 2,6% (a 1,5 miliardi di euro), che Stati Uniti (+6,2%), diventando il terzo Paese di arrivo delle spedizioni provinciali per un controvalore che sfiora gli 860 milioni di euro.

In terreno negativo, nella top 10, la Spagna (4° Paese di destinazione, -1,5%), l’Austria (-4,1%) e la Svizzera che chiude l’anno in calo in doppia cifra (-10,4%). Positive invece le performance del quinto mercato, il Regno Unito (+4,8%), ma anche di Belgio (+6,1%), Polonia (+8,3%) e Croazia (+3,5%).

“I dati sull’export mostrano una sostanziale tenuta della nostra provincia nel 2024, ma si tratta in realtà di un risultato fatto di luci e ombre – commenta il presidente della Camera di Commercio scaligera Giuseppe Riello –. L’andamento dei mercati infatti è disomogeneo con Paesi chiave come Germania e Spagna che arretrano, mentre altri come Francia e Stati Uniti in crescita. Anche nei settori rileviamo tendenze discordanti con incrementi nel wine&food e nella moda, ma cali in comparti strategici come i macchinari e la termomeccanica. Sarà importante continuare a monitorare la situazione per capire  – conclude Riello – se si tratta di un assestamento congiunturale o invece di un trend più strutturale, in un contesto economico globale particolarmente incerto dove pesa anche l’incognita dei dazi statunitensi”. 

Per quanto riguarda la tipologia delle produzioni, crescono – a valore – le spedizioni dei prodotti alimentari (+9,5%), del vino (+9,2%) e  di tessile-abbigliamento (+1,7%). I macchinari restano la categoria più esportata pur registrando una diminuzione dell’1%. In contrazione anche il marmo (-1,2%), le calzature (-2,4%), l’ortofrutta (-4,2%), la termomeccanica (-22,5%) e i mobili (-13,6%). Lieve crescita, infine, per le importazioni (+1,2%), a quasi 20 miliardi di euro.