(di Paolo Danieli) Mi dispiace, amici della destra, ma io non sono d’accordo sul riarmo dell’Europa. Non lo sono per diversi motivi che vi espongo come elemento di riflessione.
L’esigenza di riarmarsi proprio adesso che è iniziato il processo di pace in Ucraina rafforza il sospetto che la guerra non solo l’ha voluta Biden, ma anche il mainstream di cui fa parte il vertice dell’Ue, a cominciare da von der Leyen & soci.
Una guerra provocata e voluta contro gli interessi dell’Europa per impedire quella saldatura geopolitica con la Russia che è nell’ordine delle cose e che prima o poi avverrà. E’ scritta sulla carta geografica e sui libri di storia. L’Europa è una, dall’Atlantico agli Urali. E non saranno certo i tentativi di miserabili politicanti a impedire che si svolga la realtà. Al massimo la potranno rallentare.
Non sono d’accordo perché sfido chiunque a dimostrare che ci sarebbe chi è disposto ad andare a farsi ammazzare per questa Europa. L’Europa della banche e dei burocrati.
Ma è possibile che non capiate che per riarmarsi non basta sfilare 800 miliardi dalle tasche dei cittadini italiani ed europei? Non basta fabbricare o comprare armi. Bisogna avere chi è disposto a combattere. Cioè a rischiare la vita. Ma per chi? Per la von der Leyen? Per la Lagarde? Per la Mensola? Per Draghi?
Se lo pensate davvero allora vuol dire che siete fuori dalla realtà.
Provate a chiedere in giro a dei giovani se sono disposti ad andare in guerra, a morire per Kiev! Non ce n’è uno di quelli che ho interrogato io. Ma neanche di quelli che conoscete voi. Per il semplice fatto che per fare la guerra, per combattere non bastano le armi. Bisogna essere attrezzati mentalmente. Bisogna essere motivati e preparati psicologicamente. E invece sono 80 anni che gli italiani e gli europei sono preparati a tutt’altro. E non si può di punto in bianco pensare di creare dei combattenti da una società basata sul benessere, la tranquillità e la sicurezza.
Ma forse questo lo sanno anche la von der Leyen e Macron. E allora ecco che gli 800 miliardi di armi li vogliono spendere non tanto per fare la guerra, quanto per ridare fiato al complesso industriale franco-tedesco che non è riuscito a mettere a frutto la politica green dell’Europa, che si manifesta sempre più come un fallimento.
Non sono d’accordo sul riarmo perché non è vero che la Russia ci minaccia. Questa è una balla creata dalla propaganda mainstream che ci ha raccontato che Putin era pazzo, che era malato di cancro, che stava per essere spodestato dagli stessi russi, che avrebbero perso la guerra e che le sanzioni li avrebbe ridotti alla fame. Tutte fake news smentite dalla realtà.
Ma ragionate: perché mai la Russia, lo stato più grande del mondo, con una densità di popolazione bassissima, dotata di tutte le risorse possibili e immaginabili vorrebbe invadere l’Europa? Che vantaggio ne avrebbe?
Forse all’epoca dell’Unione Sovietica avrebbe anche potuto avere un motivo: esportare il comunismo. Ma adesso che il comunismo non c’è più e che la Russia è più a destra di noi, che senso avrebbe?
Ha impiegato 3 anni per prendere il Donbass. Chi glielo farebbe fare ad imbarcarsi in una guerra del genere? E allora da chi dovremmo difenderci?
Se un pericolo c’è è quello dell’invasione quotidiana degli immigrati irregolari che tanti problemi ci stanno creando. Ma a difenderci da questo pericolo attuale e reale non ci pensano proprio. E costerebbe sicuramente molto meno.
Riarmo? con i soldi della sanità? No grazie
Infine non sono d’accordo per una motivazione etica. Come si può avere il coraggio di chiedere agli italiani di destinare risorse agli armamenti quando non ce ne sono abbastanza per la sanità e le pensioni? E’ come se uno che non ha i soldi per curasi, con quei pochi che ha andasse dall’armaiolo a comperarsi una pistola o un fucile!
Il voto avvenuto ieri al Parlamento Europeo, dove della maggioranza di governo di centrodestra, solo la Lega si è opposta al piano di riarmo, rivela una pericolosa spaccatura fra la gente e chi ci rappresenta e ci governa. Una spaccatura destinata a creare delle sorprese.