Nel gennaio 1975 segnava l’inizio di una nuova era per la medicina veronese con l’apertura della divisione di Nefrologia presso l’allora Ospedale Civile Maggiore di Borgo Trento. A guidare il neonato reparto furono tre giovani medici provenienti dall’Università di Padova: Giuseppe Maschio, Antonio Lupo ed Enrico Valvo. Oggi, a 50 anni di distanza, il reparto continua a essere un punto di riferimento, ora sotto la guida del professor Giovanni Gambaro, con sedi operative sia a Borgo Trento che a Borgo Roma.

In mezzo secolo, il numero di pazienti affetti da patologie renali è aumentato considerevolmente, con il 12% della popolazione colpita, ovvero oltre 100 mila persone sopra i 40 anni solo nella provincia di Verona. Questo incremento è dovuto principalmente all’invecchiamento generale della popolazione e all’incidenza crescente di diabete e ipertensione.

Nonostante l’aumento dei casi, i progressi nella ricerca e nell’innovazione tecnologica hanno portato a importanti sviluppi, tra cui nuovi farmaci e l’uso dell’Intelligenza Artificiale (IA) nella selezione degli organi idonei per il trapianto di rene, un intervento salvavita per i pazienti con insufficienza renale grave.

L’Unità Operativa Complessa (UOC) di Nefrologia gestisce attualmente circa 600 ricoveri all’anno, con 220 pazienti in emodialisi, 45 in dialisi peritoneale e 350 pazienti trapiantati di rene. Ogni anno vengono effettuate oltre 8.600 visite ambulatoriali, di cui 700 per nuovi pazienti. Inoltre, il reparto è un punto di riferimento per la diagnosi nefropatologica nel Veneto centro-occidentale e ha promosso la rete PDnetNE, un network per migliorare la qualità delle cure nei pazienti in dialisi peritoneale.

nefrologia

L’attività scientifica del reparto si estende a progetti innovativi come lo studio della malattia renale cronica e della calcolosi renale in collaborazione con l’Università di Harvard, oltre allo sviluppo di tecnologie di IA applicate alla diagnostica nefrologica, sostenute da progetti finanziati dal PNRR del Ministero della Salute e dalla Fondazione CARITRO.

Il professor Giuseppe Maschio, figura pionieristica della Nefrologia italiana, ha contribuito in modo significativo alla ricerca sui farmaci per il trattamento delle patologie renali e alla formazione di numerosi specialisti, molti dei quali oggi dirigono reparti in tutta Italia. Nel 2003, la direzione è passata al professor Antonio Lupo, che ha introdotto il Registro Veneto delle Biopsie Renali, oggi parte del Servizio Epidemiologico Regionale. Dal 2018, il reparto è guidato dal professor Gambaro, già primario al Policlinico Gemelli di Roma.

Il convegno per i 50 Anni: IA e malattie rare al centro del dibattito

Per celebrare il cinquantesimo anniversario, è stato organizzato un convegno in Sala Marani, focalizzato sulle innovazioni nella diagnostica nefrologica e sulle malattie renali rare di origine genetica. Tra i progetti di spicco vi è “Galileo”, un algoritmo sviluppato in collaborazione con il professor Albino Eccher dell’Azienda Ospedaliera di Modena. Il software, basato su IA, assiste gli anatomopatologi nella valutazione degli organi da trapiantare, ampliando la possibilità di utilizzo di organi considerati marginali.

All’evento hanno partecipato il direttore generale Callisto Marco Bravi e l’intera équipe nefrologica, tra cui il professor Gambaro e i dottori Manuel Ferraro, Vittorio Ortalda, Vincenzo De Biase, Concetta Gangemi, Giuseppina Pessolano, oltre agli specializzandi Maria Caro, Andrea Santoro, Maria Lando e Irene Riccadello.

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Il professor Gambaro ha sottolineato l’importanza della diagnosi precoce per le malattie renali, patologie spesso asintomatiche fino a uno stadio avanzato. “Ogni controllo medico dovrebbe includere la misurazione della creatininemia e l’analisi delle urine, esami semplici ed economici che possono salvare vite”, ha dichiarato.

Il 13 marzo, come ogni anno, si è celebrata la Giornata Mondiale del Rene, un’iniziativa globale per sensibilizzare sulla salute renale. L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona ha organizzato un open day con visite gratuite presso le sedi di Borgo Roma e Borgo Trento, offrendo screening e consulenze ai cittadini.

“La malattia renale cronica colpisce milioni di persone ed è essenziale promuovere una cultura della prevenzione”, ha dichiarato la dottoressa Chiara Caletti, nefrologa organizzatrice dell’evento. “Campagne di sensibilizzazione come questa permettono di informare i cittadini su stili di vita corretti e sull’importanza della diagnosi precoce.”