Dopo la vittoria di Udine Zanetti e i suoi ragazzi si possono godere 2 settimane di pausa. Il prossimo appuntamento, uno scontro-salvezza, sarà con il Parma lunedì 31 marzo al Bentegodi.
Noi a 29 punti in classifica, loro a 25. In teoria, per tenerli a distanza basterebbe anche un pareggio. Ma, si sa, prima si raggiunge la salvezza matematica meglio è per tutti. Quindi prudenza suggerisce che una vittoria sarebbe l’ideale. E non è impossibile, perché adesso il Verona è una squadra con una sua fisionomia e un suo gioco. Merito di Zanetti che ha perseverato nel suo difficile lavoro di amalgamare persone che nemmeno si capivano e di Sogliano che con pochi soldi in tasca è andato a scovare dei giocatori come Valentini.
A Udine c’è stato un tiro e un gol. Miracolo di Duda, che come ripetuto più volte, assieme a Suslov, l’altro nazionale slovacco, è un punto fermo dell’Hellas della riscossa.
Ma anche altri che erano sul banco degli imputati come appartenenti alla difesa peggiore del campionato, come Dawidowicz e Coppola sono rinati. Bene anche il giovane italiano Ghilardi e Bradaric. Tchatchoua si conferma come elemento capace di destabilizzare gli avversari sulla fascia destra. Il gruppo degli attaccanti, dove Saar e presenza fissa, affiancato di volta in volta da Mosquera o Livramento, stenta a trovare il gol.
Purtroppo Serdar e Tengstedt, che sono fra i pezzi da 90 del Verona, s’infortunano spesso. Serdar da quando è al Verona è stato fermo per 122 giorni mentre Tengstedt dal 28 gennaio ha avuto una sola presenza. Si spera che la pausa di 15 giorni prima della partita col Parma serva per avere il ristabilimento di entrambi i giocatori che sono tra i migliori del Verona.