Piazza Affari ha registrato i risultati di Italian Wine Brands in una giornata non positiva per il mercato con molte vendite e non ha dato retta alle raccomandazioni di diverse banche d’affari sullo sviluppo del titolo nei prossimi mesi: a fronte di target price che viaggiano mediamente sopra i 30€/azioni – il massimo è stato fissato da CFO Sim a 37,5 – oggi la chiusura IWB è stata attorno ai 21€/azione comunque in recupero sul minimo dell’anno registrato il 13 marzo scorso a 19,75.
Il mercato non ha assorbito ancora i buoni risultati dell’anno fiscale 2024 che ha chiuso col miglior risultato si sempre dell’ Ebitda che ha superato quota 50 milioni€ con una crescita del 12,%% rispetto all’esercizio precedente a fronte di un calo nel fatturato che si è attestato a 402 milioni contro i 429 dell’anno precedente. Il risultato netto è balzato dai 16,5 milioni del 2023 ai 22,6 del 31 dicembre scorso, dal 3,8 al 5,6% in rapporto al fatturato. Il fatturato 2024 – sebbene inferiore al record del 2023 – resta comunque superiore al valore 2022 che si attestava sui 390 milioni€.
In una stagione complessa per il vino nel suo complesso, Italian Wine Brands ha registrato miglioramenti in diversi mercati: l’Italia in primis che registra un più 9,3% mentre conferma la forte presenza in tre mercati-chiave in Europa: Regno Unito, Germania e Svizzera. Cresce fortemente l’est europeo, più 17%, e cresce di un punto percentuale la presenza nel Nord America (USA più Canada) dal 9 al 10% su totale complessivo delle vendite. E gli USA – dove opera un importatore diretto – registrano una crescita a volume del 7,8% a valore, in dollari, del 10% con però un’esposizione limitata pari a 34 milioni € il che rende IWB sostanzialmente al riparo dalla querelle dazi.
Spicca il risultato dell’Horeca che cresce complessivamente del 10% con punte del 20,5% in UK e del 12,5% in Irlanda. Italian Wine Brands punterà a rafforzare la propria componente sparkling wines – settore che non sembra conoscere crisi ed è al riparo dal taglio dei consumi delle generazioni più giovani – e punterà sulle nicchie di mercato più profittevoli per il vino da qui al 2030: il settore bio che avrà una crescita composta dell’11,3% entro quella data passando dai 9 miliardi di dollari del 2021 ai 25 miliardi di dollari del 2030; no-low alcohol da 2 a 4 miliardi $ con un Cagr del 10%. E non sono soltanto parole: IWB darà debuttare ad aprile – quindi presumibilmente al prossimo Vinitaly – la sua nuova linea “Rebels” 0% alcol.
italian Wine Brands, acquisizioni in vista?
Altro step che verrà annunciato a breve una o più acquisizioni cogliendo le opportunità di un comparto vino dove la crisi generata dagli alti costi – materia prima, energia, lavoro – e dalla contrazione dei consumi sta ampliando il numero delle cantine in cerca di compratore. Infine, l’AI: IWB introdurrà sul proprio e-commerce Svinando le prime funzioni di AI per migliorare l’efficienza del servizio e la capacità di risposta ai compratori online. Anche perché nelle vendite a distanza, IWB registra la contrazione complessiva del mercato – da 62,3 a 58,1 milioni€ col dimezzamenti delle vendite telefoniche, del direct mailing dal 53 al 46% del canale, ma alla crescita esponenziale del digital web passato dall’11% del 2017 al 36% attuale col mercato italiano performa molto bene crescendo dell’8,3% negli ultimi dodici mesi.
Resta il dato sul così marcato miglioramento delle performance reddituali – che sono quelle che interessano maggiormente gli investitori -: IWB ha tagliato in modo significativo il costo delle materie prime, da 291 a 262 milioni€; a tagliato di altri cinque milioni in costo dei servizi ottimizzando la gestione degli impianti produttivi abbattendo costi di trasporto, energia e l’outsourcing preferendo investire sulla crescita del personale interno. Una scelta controcorrente, ma che evidentemente paga.
Ultimo dato, Italian Wine Brands presenterà a breve, nel prossimo mese di maggio, il suo report di sostenibilità con tutte le azioni intraprese in termini di economia circolare, rispetto dell’acqua e autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per oltre mille400 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera e 19mila alberi salvati su base annua.