Fra gli effetti dei cambiamenti climatici ce n’è uno indesiderato che riguarda coloro che soffrono di allergie stagionali. Questa patologia è nota da tantissimi anni ed è stata definita “febbre da fieno” quella condizione in cui un soggetto all’aprirsi della primavera inizia a starnutire e ad avere il naso che cola. In realtà le allergie si manifestano molto precocemente alle nostre latitudini, già in gennaio con la fioritura delle betulle e dei cipressi. Oltre ad interessare il naso il quadro può complicarsi non solo con la congiuntivite, ma, in una percentuale consistente, con la comparsa di asma. Si calcola che siano 10 milioni gli italiani che, con diversi gradi di gravità, soffrono di allergie respiratorie, un numero però in continuo aumento. Ne sono colpiti più frequentemente i giovani, ma non si possono escludere neppure gli anziani.
Il riscaldamento del clima, con una diminuzione delle giornate in cui il termometro scende sotto lo zero ha avuto l’effetto di anticipare la primavera di quasi un mese e allungare l’autunno di una ventina di giorni. Così, fra gennaio e settembre, le piante hanno più tempo per produrre i pollini. Lo rileva la SIAAIC ( Società Italiana di Allergologia Asma e Immunologia Clinica) che sottolinea come le stagioni del polline non solo siano più lunghe ma anche caratterizzate da una maggiore produzione di polline. Questo comporta non solo un uso più prolungato dei farmaci ma anche una loro minore efficacia nel lungo termine.
Lo sviluppo dell’allergia può avere una base genetica, ma non va dimenticato il ruolo attuale dell’inquinamento
Che fare? Appena iniziano i sintomi bisogna consultare il medico di medicina generale o il pediatra e quindi, se la diagnosi è di allergia, recarsi da un allergologo per individuare la causa dell’allergia e sottoporsi quindi a una corretta terapia farmacologica (anti-istaminici e cortisonici nasali) e nei casi in cui non si ottenga un controllo ottimale all’immunoterapia specifica. Va sottolineato anche come questi farmaci siano assolutamente sicuri e ne è prova il loro uso anche in gravidanza.