La lotta contro la violenza sugli operatori sanitari richiede un impegno collettivo e un coordinamento tra istituzioni e forze dell’ordine. Questo il messaggio emerso dall’incontro tenutosi ieri sera presso la Sala Marani, organizzato dall’Unità Operativa Complessa di Ginecologia B dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (Aoui), diretta dal dottor Valentino Bergamini, insieme al dottor Stefano Scarperi.

L’evento ha visto la partecipazione di figure istituzionali di primo piano: il vicario del Questore Girolamo Lacquaniti, il comandante provinciale dei Carabinieri di Verona colonnello Francesco Novi, il procuratore capo di Verona Raffaele Tito, i parlamentari Ciro Maschio e Maddalena Morgante, oltre al presidente dell’Ordine dei Medici Alfredo Guglielmi. A dare il via ai lavori, i saluti istituzionali del direttore generale dell’Aoui Callisto Marco Bravi e del Magnifico Rettore dell’Università di Verona Pier Francesco Nocini.

Durante l’incontro, il dottor Scarperi ha illustrato i dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del Ministero della Salute, evidenziando un aumento del 38% delle aggressioni ai sanitari negli ultimi cinque anni. I luoghi più colpiti sono i Pronto Soccorso, le unità di emergenza, i reparti di ginecologia e le strutture psichiatriche. Particolarmente allarmante è il dato sulle aggressioni alle donne, che rappresentano il 72% delle vittime, con un incremento del 40% solo negli ultimi tre anni.

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Il nuovo quadro normativo

L’inasprimento delle pene previsto dal Decreto Legge 137/2024, entrato in vigore lo scorso ottobre, rappresenta un passo avanti per la tutela dei sanitari. Tra le misure introdotte: l’arresto immediato in caso di lesioni agli operatori, l’arresto differito entro 48 ore sulla base di prove video-fotografiche e sanzioni fino a 10.000 euro per atti di vandalismo nelle strutture sanitarie. Il provvedimento introduce anche aggravanti per episodi di violenza di gruppo.

L’Aoui di Verona ha già adottato diverse misure per garantire la sicurezza del personale: sistemi avanzati di videosorveglianza, corsi di difesa personale, vigilanza privata, formazione specifica per la gestione delle situazioni critiche e supporto psicologico e legale per i dipendenti aggrediti. Inoltre, è attiva una postazione di Polizia presso il Pronto Soccorso di Borgo Trento.

Il negoziatore della Polizia di Stato, ispettore Andrea Erculiani, ha illustrato alcune tecniche di de-escalation per ridurre il rischio di aggressioni: mantenere la calma, evitare il contatto visivo prolungato con soggetti agitati, mantenere una distanza di sicurezza e usare un linguaggio chiaro e rispettoso.

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Il dottor Bergamini ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica: “La sicurezza dei sanitari è un tema centrale. La nuova normativa offre strumenti più incisivi, ma dobbiamo continuare a lavorare per migliorare la prevenzione.”

Il dottor Scarperi ha raccontato un episodio recente accaduto nel Pronto Soccorso ginecologico: “Abbiamo vissuto momenti di tensione quando un marito ha minacciato il personale mentre visitavamo la moglie, vittima di violenza domestica. Situazioni del genere non devono più accadere.”

Il rettore Nocini ha ribadito l’urgenza di un cambiamento culturale: “Non possiamo accettare che chi si prende cura delle persone debba temere per la propria incolumità.”

Il direttore generale Bravi ha ricordato il ruolo essenziale delle forze dell’ordine: “Se prima i medici erano considerati eroi, oggi rischiano di essere visti come bersagli. Dobbiamo garantire loro sicurezza e rispetto.”

Il procuratore Tito ha evidenziato l’efficacia delle nuove misure legislative: “L’arresto in differita, già applicato per gli episodi di violenza negli stadi, rappresenta una svolta anche per la tutela dei sanitari.”

Il comandante Novi ha parlato della necessità di un approccio sistemico alla sicurezza: “Dobbiamo costruire modelli organizzativi che proteggano chi lavora in prima linea, dai Pronto Soccorso alle farmacie.”

Il presidente dell’Ordine dei Medici Guglielmi ha messo in evidenza la vulnerabilità dei medici di famiglia e delle guardie mediche, spesso soli durante i turni notturni: “Le aggressioni non avvengono solo negli ospedali. Dobbiamo proteggere anche chi lavora in ambulatori isolati.”

Il deputato Maschio ha ribadito la linea dura del Governo: “Tolleranza zero per chi aggredisce gli operatori sanitari. Il Parlamento ha varato un decreto con pene più severe e continueremo a monitorare la situazione.”

Infine, la deputata Morgante ha evidenziato la necessità di un cambiamento culturale: “Non bastano solo leggi più dure. Serve un’educazione al rispetto di chi si prende cura della nostra salute.”