(di Giorgio Massignan) Un nuovo polo logistico di 35.000 mq è stato aperto a Lavagno. Ancora una volta, anziché considerare il territorio come un organismo interdipendente, anche il comune di Lavagno, come hanno fatto altre amministrazioni comunali, tra le quali anche quella di Verona, ha inteso progettare un polo logistico basandosi solo sul suo comprensorio.
Con questa logica si rischia di congestionare il territorio di strutture edilizie per un’attività, come la logistica, che non crea molti posti di lavoro, non qualifica l’offerta lavorativa e non attrae le giovani generazioni.
La mancanza di correlazione con gli interventi logistici nei vari comuni della provincia, potrebbe scatenare una competizione che, oltre a consumare parecchio suolo, esaspererebbe la concorrenza, a danno di tutti.

Inoltre, nella nostra provincia, spesso non sono presenti le infrastrutture viabilistiche sufficienti e idonee a sostenere il traffico di TIR che i troppi poli logistici provocheranno, oltretutto, a danno della qualità dell’aria.
Bisogna chiedersi se tutti quelli già in opera o previsti, siano realmente necessari.Tra questi:
- a Verona, il probabile intervento alla Marangona;
- il nuovo Parco Logistico posizionato lungo la SS434;
- il previsto nuovo polo logistico in zona Sacra Famiglia;
- il nuovo e grande hub logistico nell’ex area Biasi.
- a Oppeano, a 17 km a sud di Verona, si sviluppa il polo esistente;
- a Vigasio, si sta ampliando un centro per la logistica;
- vicino all’Aeroporto si sta costruendo un nuovo polo che si aggiunge a quello presente
- a Nogarole Rocca si è consolidata una grande area per la logistica;
- a Isola della Scala, in base alle previsioni del PAQE, si sta realizzando un polo logistico e un centro intermodale in funzione dello scambio ferro-ferro e ferro-gomma, in chiara concorrenza con il Quadrante Europa.
È ormai indispensabile bloccare il consumo di suolo e recuperare le troppe aree industriali dismesse e i tanti capannoni abbandonati, iniziando un approccio urbanistico a scala regionale o almeno provinciale, per la pianificazione di determinati impianti.
Il pericolo che l’eccessiva speculazione immobiliare metta in pericolo il bene comune e la biodiversità è quantomai reale.