(di Paolo Danieli) Giorgia Meloni ha rotto il silenzio mantenuto da quando è scoppiata la crisi fra Europa e Usa. Lo ha fatto con un’ intervista al Financial Times che non mancherà di avere ripercussioni sul livello internazionale. Lo spunto è stato come ha risposto alle affermazioni del vicepresidente statunitense Vance sull’Europa alla Conferenza di Monaco.”Devo dire che sono d’accordo“ ha detto il capo del governo italiano “lo dico da anni…L’Europa si è un po’ persa”.
E arriva, attesa, la presa di distanza dall’establishment di Bruxelles spiegando che le critiche di Trump e del suo vice all’Europa non sono rivolte tanto al popolo europeo ma alla sua “classe dirigente… e all’idea che invece di leggere la realtà e trovare modi per dare risposte alle persone, si possa imporre la propria ideologia alle persone“.
Un modo intelligente per smarcarsi dalla polemica imbastita da Macron e da Ursula von der Leyen. E, continua nell’intervista, non ci pensa nemmeno a dover scegliere tra Usa ed Europa. Pretenderlo è “infantile” e “superficiale“. La Meloni farà invece gli interessi dell’Italia che “ può avere buoni rapporti con gli Usa e se c’è qualcosa che l’Italia può fare per evitare uno scontro con l’Europa e costruire ponti, lo farò”.
Meloni. 3 prese di distanza dall’Europa
Ribadisce che gli Stati Uniti sono il “primo alleato”. Anche perché sia lei che Trump sono di destra e quindi si sente molto più vicina a lui che ad altri. E qui il riferimento è chiarissimo ed è la seconda presa di distanza dalla governance dell’Ue che è sempre stata marcatamente di centrosinistra.
E riferendosi ai dazi, da donna conservatrice, esattamente come l’amministrazione di Washington: “capisco un leader che difende i suoi interessi nazionali. Io difendo i miei”.
Sulla Russia mantiene le posizioni. Ma arriva, coerente con il rifiuto di inviare truppe italiane in Ucraina, la terza presa di distanza da Francia Germania e Regno Unito sulla “forza di rassicurazione” europea da mandare sul terreno una volta stabilita la pace. “Dobbiamo stare attenti qui. Può essere vista più come una minaccia”.
E getta anche acqua sul fuoco della polemica sui dazi: meglio stare calmi di non decidere per reazione emotiva. “Ci sono grandi differenze sui singoli beni – ha affermato – È su questo che dobbiamo lavorare per trovare una buona soluzione comune“.
E, in cauda venenum, un’ultima stoccata all’Ue, troppo burocratica e lenta nei processi decisionali. “Non è facile – afferma la premier italiana- competere con qualcuno che in un giorno può firmare 100 ordini esecutivi”.