Le difficoltà della sanità ed i malumori dell’ambiente stanno salendo al livello istituzionale. La polemica in corso fra il Ministro della Salute e le Regioni non sono altro che dei segnali della crisi che sta attraversando tutto il settore, dalla base fino ai vertici nazionali.
Schillaci nei giorni scorsi aveva attaccato le Regioni sulle inadempienze per le liste d’attesa. Non si era fatta attendere la replica. I rappresentanti regionali avevano criticato il Ministero per la lentezza con cui procede la riforma dei medici di medicina generale che è il nodo principale da sciogliere per razionalizzare medicina del territorio e di conseguenza sollevare gli ospedali di tutta quella serie di prestazioni improprie che vanno a intasare i Pronto Soccorso e le liste d’attesa.
Il ministro non ci sta e a sua volta ricorda di essere ancora in attesa di un “confronto tecnico” sul tema con le Regioni per poi presentare un documento al Governo.
Un botta e risposta che non dice niente di buono per il futuro del sistema sanitario. Ma che soprattutto denota come la crisi stia emergendo sul livello istituzionale evidenziando un conflitto fra centro e periferia che invece devono assolutamente collaborare per trovare il bandolo della matassa da sbrogliare.
Sanità. Crisi strutturale
Che il problema della sanità sia stato sottovalutato per anni è cosa nota. Questo governo e le istituzioni ci stanno lavorando cercando, tra mille difficoltà, non ultime quelle di bilancio, di varare una riforma che non solo dev’essere condivisa, ma deve portare ad un efficientemente del sistema.
Qualche dubbio che ci si riesca. Non tanto per la polemica in atto in questi giorni, quanto perché la crisi è strutturale. Non è più possibile dare tutto a tutti. Il resto è tempo perso.