Valdegamberi oggi a Milano in piazza della Scala alla manifestazione contro il riarmo voluto dai guerrafondai dell’Unione Europea. 

«Non facciamo nuovi debiti per le armi – dice il consigliere regionale veronese- ma per curare gli italiani. Vi è in corso una pericolosa campagna guerrafondaia in questi tempi che solo  il popolo potrà fermare,  rompendo questo circolo vizioso che vuole farci apparire il riarmo come necessario per far fronte ad un nemico che non è nemmeno nemico del nostro Paese». 

Anche dei veronesi alla manifestazione contro il riarmo 

In economia di guerra la Russia ha speso per la difesa 145 miliardi nel 2024 mentre l’Ue con il Regno Unito 458 miliardi (fonte. Intenational Insitute for Strategic Studies). Adesso l’establishment di Bruxelles ne vuole aggiungere altri 800.

Una manifestazione per dire che il 94% degli italiani è contro l’invio di truppe in Ucraina

«Dobbiamo fare una guerra?« Si chiede Valdegamberi. «E contro chi?» Visto che la Russia non ha la minima intenzione né l’interesse a invadere l’Europa come hanno voluto farci credere per giustificare la corsa agli armamenti.

Anche dei veronesi alla manifestazione contro il riarmo 

Alla Von der Leyen che sostiene che l’investimento in armi farà bene all’economia italiana Valdegamberi risponde che i 140 carri armati commissionati all’alleanza Rheinmetall-Leonardo valgono come formare 60mila nuovi medici, specializzazione comprese, nei prossimi 15 anni. E l’investimento in salute fa bene anche all’economia: ogni euro alla sanità ne genera quasi il doppio, come dimostra il Censis. 

Anche dei veronesi alla manifestazione contro il riarmo 

«L’idea che l’industria militare sia una trave portante del sistema economico e occupazionale è solo un mito, sfatato dai dati ufficiali del settore. Negli ultimi dieci anni ciò che è aumentato è solo il fatturato – e i profitti, lievitati del 773% – mentre gli occupati sono calati del 16%”.

Tradotto in pratica: abbiamo speso 15 miliardi per i cacciabombardieri F35 (e altri 7 miliardi questo governo ha ulteriormente stanziato) ma dei 15mila posti di lavoro annunciati non ne abbiamo visti nemmeno un decimo».

Piuttosto, conclude il consigliere regionale veronese indipendente «creiamo imprese di qualità coinvolgendo i giovani superando assistenzialismo e precariato, salviamo un sistema sociale e sanitario, che è in forte difficoltà e non costruiamo inutili carri armati per difendere da attacchi e invasioni che non esistono se non quella quotidiana e silenziosa dell’immigrazione clandestina che non siamo nemmeno in grado di arrestare!»