(di Christian Gaole) Le borse frenano, ma il Vinitaly parte in quarta e non si lascia intimorire. Parlare con un’unica voce a livello europeo, non farsi prendere dal panico ed essere consapevoli che il vino è cultura, storia e amore. Questa la ricetta che è emersa oggi al vinitaly nell’ambito del convegno organizzato dal consigliere regionale Alberto Bozza, di Forza Italia. 

A discuterne con il politico veronese Mauro Battocchi, Direttore Generale Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Esteri, in collegamento da Roma, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e Christian Marchesini, presidente del Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella. 

Battocchi ha voluto portare due messaggi: “Oggi il Ministro Tajani è a Lussemburgo per definire la strategia di risposta ai dazi imposti dagli USA. Invitiamo tutti a mantenere la calma e inquadrare nei giusti termini i dazi. Anche perché il governo tutela l’export è una priorità, e l’obiettivo è trovare una soluzione negoziata che eviti l’escalation. L’importanza di salvaguardare il vino e la sua cultura. Inoltre, l’agenzia ICE ha pubblicato una nota tecnica, invitiamo i produttori e non solo a seguire i tecnici dell’agenzia”.

Bozza ha invitato la Regione Veneto, non senza una vena polemica, ad “adottare con equità misure a tutela anche per la zona della Valpolicella, che è ugualmente importante in termini di volumi ed export. L’Italia sta puntando paesi quali l’India, il Messico, Canada e tanti altri”. In sostanza Bozza ha fatto capire che in Veneto non esiste solo il prosecco. 

Cotarella dal canto suo, afferma : “I dazi passeranno. Non buttiamo benzina sul fuoco, talvolta la stampa diventa catastrofista. Bisogna avere la forza di agire, se serve scendere anche in piazza per affermare le ragioni del nostro settore. A livello italiano abbiamo le regole più ferree al mondo in tema di controllo della qualità del vino. Dalla nostra parte abbiamo la cultura di secoli e secoli”. 

Christian Marchesini, in conclusione ha ricordato: “Abbiamo chiesto al ministro Urso di essere presente e di portare le istanze del Consorzio a livello nazionale, che del prodotto ne venga riconosciuta la qualità, visto che i dazi vanno ad intaccare il 10% della produzione del Consorzio”. 

Il futuro è incerto. Il presidente dal ciuffo biondo deve ancora mettere sul tavolo tutte le sue carte. Forse abbandonerà la politica multilaterale in favore di accordi one to one con i singoli stati europei. Ma ad oggi è ancora tutto da vedere.