«Non c’è niente da fare – dice esasperato ma combattivo- Vanni Stoppato l’agricoltura è abbandonata. Sia dal governo italiano, sia dall’Europa».

Agricoltore della Bassa veronese, dirigente dell’associazione Agricoltori Italiani, è uno dei leader storici della protesta degli agricoltori. Quelli veri. Quelli con le mani sporche di quella terra che poi è quella che dà da mangiare a tutti noi. Ma che vengono ignorati dalle istituzioni.

« Le abbiamo provate tutte. L’anno scorso abbiamo organizzato manifestazioni in tutt’Italia e anche in altri paesi d’Europa. Siamo stati a protestare anche a Bruxelles, sede di quelle istituzioni che finora hanno provveduto solo a danneggiarci. Abbiamo manifestato anche quest’anno davanti alla Fiera di Verona. Ma senza alcun risultato concreto. Parole, parole. Qualche ministro ci ha dato anche ragione, ma poi… il nulla».

Agricoltori esasperati. Dopo le nutrie anche gli ibis

Non bastavano le nutrie e L’Europa. Adesso anche gli ibis!

«E adesso, dopo le normative europee che favoriscono il grano Ogm – organismi geneticamente modificati-  mentre noi, giustamente, coltiviamo quello naturale, ma che così non ci rende niente, ci si mettono anche gli ibis. Non bastavano le nutrie, che di danni ne hanno fatti a non finire, e che adesso possono essere uccise. Adesso sono arrivati anche questi uccelloni di 3/4 chili dal nord Africa, attratti dal clima mite prodotto dal riscaldamento climatico.  Una vera disgrazia, perché con il loro becco mangiano di tutto: vermi, rane, lucertole, piccoli di lepre, uova delle anatre e dei fagiani e granchi alterando tutto l’ambiente che si desertifica. E non gli possiamo sparare».

Agricoltori esasperati. Dopo le nutrie anche gli ibis
Vanni Stoppato

Diverso il caso delle nutrie, racconta, che non sarebbero neanche animali del nostro territorio, in quanto il loro habitat sarebbe in America. Solo che erano state importate come animali da pelliccia. Quando le pellicce s’usavano. «Ma poi, quando la moda è finita, hanno aperto le gabbie e addio: ci siamo riempiti di nutrie che hanno fatto danni a non finire. E lo continuano a fare. Anche perché è permesso di ucciderle solo ai cacciatori e non agli agricoltori. Un provvedimento inefficace».

«Siamo noi contadini, che da sempre siamo i custodi dell’ambiente, più dei verdi e più dei cacciatori, che dobbiamo difenderci e ci devono dare il permesso di sparare sia agli ibis che alle nutrie. Non per divertimento, certo. Per legittima difesa del nostro lavoro».