Il Def, documento di economia e finanza, elaborato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e presentato al governo la scorsa settimana è stato influenzato dall’incertezza del quadro internazionale. La guerra in Ucraina e i dazi Usa non permettono stime precise in quanto possono cambiare le cose. Basti pensare alla spinta alla crescita che darebbe la pace o l’impatto negativo dei dazi. Nonostante ciò si prevede Una crescita dello 0,6% per quest’anno e dello 0,8 nei 3 anni successivi.

Il buon andamento dei conti è confermato anche dalla fiducia internazionale che incassa il governo Meloni e in particolare Giorgetti. L’agenzia di rating Standard&Poors alza l’indice dell’Italia a BBB+. Un dato confortante anche se le difficoltà non mancano. Dal documento presentato dal Mef risulta un miglioramento del deficit che si abbassa al 3,4% del Pil contro il 3,8 previsto.
Nel Def la spesa sanitaria rimane più bassa della media europea
La spesa sanitaria passa dai 138,3 miliardi del 2024 ai 151,6 miliardi del 2027, ma in realtà rimane ferma al 6,4% nel rapporto col Pil per 2025-2028, sotto la media europea. Incidono sulla sanità i rinnovi contrattuali, gli investimenti del Pnrr e l’aumento dei fondi per la dirigenza sanitaria e gli infermieri. La spesa per il personale sanitario sale del 2%, da 196,6 miliardi 207 miliardi per ill 2027
Pensioni, assegni di inclusione, ammortizzatori sociali passano dai 446 miliardi del 2024 ai 484,6 del 2027 con un rapporto del20,3-20,4% sul Pil.
Per le pensioni si sono spesi 336,9 miliardi nel 2024 e se ne spenderanno 365,6 nel 2027. Ma è sempre bene ricordare che si tratta di soldi dei lavoratori versati a suo tempo, non accantonati bensì spesi in altro modo.
Una spesa che aumenterà al 17,1% in rapporto al Pil nel 2040 per pagare le pensioni ai boomers diventati vecchi. Poi si stabilizzerà.
119 miliardi nel 2027 costeranno l’assegno unico, l’invalidità civile e sussidi vari.