Il Catullo? resti con SAVE e Verona metta la sua parte di capitale per il rilancio mettendo fine all’immobilismo di Federico Sboarina.Alberto Bozza, consigliere regionale per Forza Italia, interviene nel dibattito sul futuro dello scalo scaligero: «Più che un muro contro muro improduttivo contro Save, che finanziariamente ha rimesso in piedi un Catullo che stava fallendo, serve un cambio di passo dei soci pubblici, in primis quelli veronesi; quindi l’attuazione del piano di sviluppo che preveda investimenti corposi e possa così rafforzare la compagine pubblica veronese nella governance dell’aeroporto”.
“Fatto salvo un principio – continua Bozza – che Verona rimanga ancorata al sistema aeroportuale veneto per non soccombere, come si è rischiato in passato, a quello lombardo. Save dalla sua ha l’esperienza e la capacità manageriale di settore e i dati positivi lo attestano”.
“In questi tre anni e mezzo si è perso tempo – sottolinea Bozza – e si è preferito temporeggiare con continue proroghe dei patti parasociali, rimandando ogni volta il tema dirimente degli investimenti, cioè di chi mette i soldi per rilanciare lo scalo veronese. In particolare il Comune con il Sindaco Sboarina si è distinto per immobilismo: ha indicato un falso nemico come Save per costruirsi l’alibi perfetto, nel frattempo è mancato al suo dovere, cioè creare una cabina di regia tra i soci pubblici per rafforzare Verona all’interno della governance del Catullo”.
Conclude Bozza: “Il problema dunque non è Save, che ha salvato Verona, ma rafforzare la presenza dei soci pubblici veronesi per poter pesare di più. Ma per questo ci vogliono i soldi e dopo tre anni e mezzo ancora non si capisce chi dei soci pubblici li mette. Il socio privato, cioè Save, invece ha già dato la disponibilità a farlo, nel frattempo però tutto è rimasto bloccato”.