Si prospetta una buona vendemmia per i vini veronesi. È emerso dell’ottimismo durante il consueto incontro – giunto alla sesta edizione – che ogni anno Coldiretti Verona organizza con i Consorzi di tutela dei vini della provincia per tracciare l’andamento del mercato e prevedere le scelte per la vendemmia ormai alle porte. Nella nuova sede della Cantina Caorsa ad Affi, si è svolto il confronto tra presidenti, direttori e tecnici dei consorzi di tutela presenti alla serata. Un momento di approfondimento sulle strategie che ciascuna zona adotterà per fare fronte a una congiuntura climatica difficile da gestire.

Erano presenti il presidente di Coldiretti Verona, Alex Vantini, il direttore Giuseppe Ruffini, Domenico Bosco, responsabile dell’ufficio vitivinicolo nazionale di Coldiretti e Giancarlo Vettorello, suo omologo per Coldiretti Veneto, il quale ha espresso grande fiducia nei buoni risultati della prossima vendemmia “In Veneto e a Verona le piogge sono state molto abbondanti – Ha detto –  ma i produttori, reduci dalla difficilissima annata del 2023 che ha portato a un calo produttivo del 10%, hanno lavorato molto bene e ci aspettiamo un’ottima annata sia in termini di quantità che di qualità”.

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Durante l’incontro si sono succeduti gli interventi dei Presidenti del Valpolicella, Christian Marchesini, del Bardolino, Fabio de Micheli, del Garda, Paolo Fiorini e del Soave, Cristian Ridolfi; dei direttori del Lessini Durello, Igor Gladich e della Doc delle Venezie, Stefano Sequino, mentre per il Custoza è intervenuta Silvia Rama e per il Lugana Alberto Zenato.

Negli ultimi vent’anni a livello globale si è registrata una flessione dei consumi ma allo stesso tempo c’è stata una crescita del 109% a valore perché si ricerca la qualità. Il trend positivo viene segnato soprattutto dai vini dalle gradazioni più contenute.

Secondo i dati riportati da Vettorello, recenti studi dimostrano che da qui al 2035 saranno tre i trend che orienteranno maggiormente i consumi di vino: la sostenibilità, la salubrità e l’attenzione all’origine. Non a caso molte denominazioni stanno prestando particolare impegno nel rispetto dell’ambiente e a criteri di produzione più attenti alla salute del consumatore.

Anche Bosco ha espresso fiducia in una ripresa del mercato nei prossimi mesi e ha annunciato la nascita di un gruppo di lavoro a livello comunitario che avrà il compito di fare una riflessione strategica in grado di accompagnare il comparto vitivinicolo nel lungo periodo mettendo al centro il cambiamento climatico e l’innovazione con le Tea (Tecniche di evoluzione assistita) come strumento ormai indispensabile per il comparto.

Il presidente Vantini ha concluso l’incontro riflettendo sul fatto che in Sicilia oggi è iniziata la vendemmia. “Quello che consideravamo un semplice cambiamento climatico sta diventando una vera e propria emergenza – ha detto – Le piogge degli ultimi mesi hanno messo a dura prova i viticoltori che però sono riusciti ad avere uve di ottima qualità anche quest’anno”. Vantini ha poi parlato delle recenti elezioni comunitarie: “In Europa ci ritroviamo con un Governo che potrebbe avere ancora una volta una deriva ideologica tale da perpetrare gli attacchi già visti al settore del vino, come per esempio con l’etichetta a semaforo che lo relegherebbe tra i prodotti nocivi per l’uomo. Sarà compito della nostra Organizzazione monitorare la situazione ed evitare in tutti i modi che ciò accada”.

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Vendemmia 2024: gli interventi

Christian Marchesini, presidente del Consorzio dei vini Valpolicella: Dal 2010 per venticinque anni abbiamo registrato una crescita costante che però ha subito una battuta d’arresto con il calo del mercato del 2023 (-20% rispetto al 2022). Il mercato è cambiato e ora si cercano vini più leggeri e freschi, per questo dobbiamo adeguarci alle nuove richieste dei consumatori. Recentemente abbiamo chiesto un importante sacrificio ai nostri produttori rispetto alle uve da mettere a riposo premiando chi è attento alla sostenibilità ambientale. Forse non vedremo mai più i 17 milioni di bottiglie di Amarone come nei tempi più floridi, ma rimane la grande qualità del nostro vino.

Fabio Dei Michelipresidente del Consorzio del vino Bardolino: abbiamo mantenuto le scelte dell’anno scorso perché dalla lettura dei dati abbiamo trovato riscontri positivi: il Chiaretto mantiene stabilità di vendita nel primo semestre e con l’estate ci aspettiamo segnali positivi mentre il Bardolino è in calo del 10%. Con il Valpolicella condividiamo l’uva Corvina ma anche l’ambizione a innalzare ancora la qualità per fare prodotti ancora più di successo.

Paolo Fiorini, presidente del Consorzio Garda doc: i nostri due prodotti di traino sono il Garda Chardonnay e il Garda Pinot Grigio che insieme rappresentano l’80 % dell’imbottigliamento perché piacciono molto ai consumatori. Nel frattempo però sta crescendo un altro fenomeno: il Garda Bianco che ha molte potenzialità di crescita.

Cristian Ridolfi neo presidente del Consorzio del Soave: sul nostro territorio collinare la pioggia ha portato benefici anche se la colatura dei fiori ha ridotto le dimensioni dei grappoli di Garganega. La vendemmia sarà quindi un po’ più scarsa ma sarà sicuramente di qualità. Abbiamo abbassato le rese a 135 quintali a Ha e innalzato la percentuale di controlli in campagna (+30%) per garantire una qualità sempre maggiore del prodotto. È nelle intenzioni del Consorzio dare ancora più valore al territorio con le U.G.A. (Unità geografiche aggiuntive).

Igor Gladich, Direttore Consorzio Lessini Durello: si tratta di una piccola denominazione con 450 ettari rivendicati e 900mila bottiglie all’anno, ma negli ultimi quattro anni abbiamo registrato una importante crescita del metodo classico. L’andamento climatico di quest’anno ha portato ad avere grappoli più piccoli e spargoli ma siamo certi di poter ottenere comunque ottimi risultati dal punto di vista qualitativo.

Stefano Sequino Direttore del Consorzio di tutela dei vini delle Venezie doc: si tratta della seconda denominazione per produzione a livello nazionale (220 milioni di bottiglie all’anno) ma prima in Italia per estensione e produce il 40% del Pinot grigio a livello mondiale esportandone il 95%. Il 2024 prosegue sulla scia del 2023: anche quest’anno abbiamo istituito in abbassamento rese a 160 q.li ad ettaro con stoccaggio di 20 quintali ad ettaro. Da quest’anno per la prima volta abbiamo gestito le riclassificazioni stabilendo un limite temporale e per il momento la nuova misura ci sta dando ragione.

Alberto Zenato, consigliere del Consorzio del Lugana: l’anno scorso abbiamo subito una doppia grandinata che ha distrutto il 38% delle uve ma l’imbottigliamento segna solamente un -20% di produzione. La diminuzione dell’offerta ha portato a spingere molto i prezzi tanto da portare la Camera di Commercio a sospendere le quotazioni. Il Consorzio è corso ai ripari contro l’andamento altalenante delle annate prevedendo un 20% di riserva. Stiamo cercando nuovi sbocchi di mercato investendo molto nella promozione all’estero.

Silvia Ramaresponsabile marketing del Consorzio del Custoza: per il momento la situazione si sta allineando con le medie stagionali e siamo moderatamente ottimisti perché si prospetta una vendemmia interessante sia per quantità che per qualità. Registriamo un +30% di produzione di uva bio o aderente a certificazioni ambientali. A Vinitaly 2024 abbiamo presentato le prime bottiglie di Custoza Superiore con il quale approcciamo nuove opportunità.