(di Paolo Danieli) Giorgia Meloni chieda che venga tolto il “segreto di stato” sulle stragi che hanno insanguinato l’Italia dal 1969 al 1984. Ne ha tutti i motivi dopo le ignobili accuse che sono state lanciate al suo partito da Paolo Bolognesi, del Partito democratico, presidente dell’Associazione delle Vittime della strage alla stazione di Bologna in occasione del 44° anniversario dell’attentato.
Una strage dietro l’altra
Oggi, a 2 giorni di distanza, ne ricorre un altro, quello della strage dell’Italicus, avvenuta all’una di notte di domenica 4 agosto 1974, esattamente 50 anni fa. Qualcuno aveva messo una bomba sul treno “Italicus” Roma-Monaco, esplosa mentre passava nella galleria di San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino bolognese. Bilancio: 12 morti e 48 feriti. All’ora dell’esplosione il treno avrebbe dovuto essere alla stazione di Bologna, ma era in ritardo. Se ciò fosse accaduto le vittime sarebbero sicuramente state molte di più.
I colpevoli non sono mai stati trovati.
Ma, come si usava all’epoca, anche questa strage venne attribuita genericamante “ai fascisti”, sulla base di un assioma che imperversava in quegli anni: “la violenza, da qualunque parte provenga, è sempre fascista”. Ad avvalorare la pista nera, come si usava dire, la rivendicazione da parte di una sigla “Ordine Nero”, che sembrava inventata apposta per indirizzare i magistrati a cercare gli autori a destra, vista l’assonanza con il disciolto movimento “Ordine Nuovo”, che però non esisteva più.
Ancora oggi Sergio Mattarella, nel commemorare la strage, ne ha ribadito la matrice “neo-fascista”, richiamando una sentenza della Corte di Cassazione, che però non ha individuato i responsabili! E’ quantomeno bizzarro stabilire chi ha ideato e organizzato un qualsiasi delitto, senza indicare chi lo ha compiuto!
Un filo lega le stragi
Dopo 30 anni, Maria Fida Moro, figlia del leader democristiano assassinato 4 anni dopo dalle Brigate Rosse, aveva riferito che sull’Italicus, alla stazione Tiburtina di Roma, era salito anche il padre Aldo, all’epoca ministro degli Esteri, per raggiungere la famiglia in Trentino. Ma prima che il treno partisse fu fatto scendere “per firmare carte importanti”. Una strana coincidenza, no?
Un’altra stranezza: 10 anni dopo, il 23 dicembre del 1984 venne fatta scoppiare un’altra bomba, sempre all’interno della stessa galleria, sul rapido 904 Napoli-Milano. Un’altra strage. Bilancio: 16 morti e 267 i feriti.
Oggi, anche coloro che avevano creduto in buona fede che le stragi che hanno insanguinato l’Italia fossero “fasciste”, cominciano ad avere qualche dubbio. Troppe coincidenze, troppi depistaggi, troppe stranezze, troppi collegamenti con i servizi segreti, troppo lungo il periodo della strategia della tensione per poter essere sostenuto da qualche gruppo di esaltati assassini. Dietro il terrorismo di quegli anni non poteva che esserci un’organizzazione ben ramificata, con una struttura logistica, con disponibilità di professionisti, di armi, di esplosivi.
E poi, rifacendosi all’antica ma sempre validissima domanda del cui prodest (a chi giova?), gli unici ai quali lo stragismo non ha sicuramente giovato ed anzi ha fatto solo danni sono stati i “fascisti” o coloro che tali erano considerati.
Il Msi infatti era stato ghettizzato dall’arco costituzionale, non aveva alcuna agibilità politica e volevano metterlo fuorilegge. Il suo leader, Giorgio Almirante, era accusato di essere un fucilatore di partigiani. Contro tutta la galassia della destra, parlamentare ed extraparlamentare, s’era scatenata una campagna di violenza e di repressione che ha prodotto morti, feriti e arresti. Esattamente il contrario di quello che le poteva giovare!
Le ultime rivelazioni sul rapimento e l’assassinio di Moro e i rapporti fra Brigate Rosse e servizi dimostrano piuttosto che la strategia della tensione era funzionale ad altri. Tanto che, guarda caso, nelle stragi, salta sempre fuori il “segreto di stato”.
Perché? Che cosa c’entra lo Stato? Perché lo Stato dovrebbe tenere nascosto qualcosa che riguarda la storia di tutti noi italiani? E’ ora che questa vergogna finisca e che tutti possano sapere la verità. E’ tardi. Ma meglio tardi che mai. Anche per rispetto alle vittime e a coloro che sono stati spesso accusati ingiustamente.
Oggi Giorgia Meloni è il capo del governo. E’ stata tirata in ballo suo malgrado nella vicenda delle stragi con illazioni infami e infamanti per Fratelli d’Italia. A questo punto pretendere che si tolga il “segreto di stato” sulle stragi è un atto dovuto alla verità. Giorgia Meloni è pulita, non ricattabile e non ha paura di nessuno. E allora, perché non chiedere di togliere il “segreto di stato”?
Foto dell’Italicus Ansa