( p.d.) Ponte Nuovo. L’assessore ai giardini e alle strade del Comune di Verona Federico Benini ha annunciato oggi la riapertura di una corsia. E’ in ristrutturazione dal 31 ottobre del 2021. La riapertura di una corsia, sia ben chiaro, non totale.
Vuol dire che la ristrutturazione non è finita. Continuerà almeno per un altro anno. Sempre che finisca secondo le previsioni. Così il tempo che è stato impiegato per restaurarlo e metterlo in sicurezza sarà stato di quasi 4 anni.
A questo punto la domanda sorge spontanea: e se avessero dovuto farne uno nuovo, quanto ci avrebbero messo? 8 anni? Sarebbero stati abbastanza? O forse 16? O magari 20, tanto per fare conto tondo?
Proprio oggi cade l’anniversario della tragedia del ponte Morandi a Genova, crollato il 14 agosto del 2018. La costruzione del nuovo ponte è iniziata il 25 giugno del 2019. Il 3 agosto del 2020 viene inaugurato e il giorno dopo è aperto al traffico.
Risultato: per costruire un ponte incomparabilmente più grande e più ardito, 1.182 metri di lunghezza contro i 97 metri del nostro ponte Nuovo hanno impiegato poco più di 1 anno. Contro i 4 per sistemare il ponte Nuovo.
Ponte Nuovo simbolo di un male vecchio
Non ce l’abbiamo con nessuno, sia ben chiaro. L’assessore Benini non c’entra. E non c’entrano nemmeno Tommasi e Sboarina, sotto la cui amministrazione i lavori sono iniziati. Ce l’abbiamo con l’andazzo che c’è in Italia. E anche a Verona. Per cambiare il quale ben poco hanno fatto/fanno sia Sboarina che Tommasi. Forse perché far cambiare il modo di lavorare delle imprese che vincono gli appalti è un po’ come fermare la locomotiva col culo.
Però, se i sondaci erano/sono impotenti per modificare l’andazzo, per obbligare a rispettare i termini, per pretendere che i lavoratori impiegati in un’opera di pubblica utilità devano essere in numero congruo, per imporre che si lavori anche di notte, almeno potevano /possono denunciare questo scandalo.
E che a giustificazione non venga tirata in ballo “l’alluvione”. Ma quale alluvione? C’è stata una normalissima piena. Ma anche questo avrebbero dovuto prevederlo. E anche non prevedendolo, essendo avvenuta il 31 ottobre dello scorso anno, a quella data il ponte avrebbe potuto essere già bell’ e finito. Ponte Morandi insegna.