(di Rocco Fattori Giuliano) I titoli del settore auto europei stanno letteralmente precipitando. Volkswagen a luglio ha fatto segnare -3,1% ed un -23,12% da Marzo. Stellantis registra un -4,8% sul mese di luglio e un -43,15% negli ultimi sei mesi. Il perché è presto detto: Il settore automobilistico europeo non riesce a decollare nonostante i numerosi incentivi per promuovere il passaggio all’elettrico.
La situazione di stallo è influenzata da molteplici fattori, tra cui la crisi economica che ha aumentato i costi della vita senza che gli stipendi tenessero il passo, e la crescente concorrenza del mercato cinese, sempre più aggressivo nel settore dei veicoli elettrici. Questi elementi stanno frenando il rinnovo del parco auto, mentre l’UE continua a spingere per eliminare le vetture con motore endotermico entro il 2035. Fa storia a sé il titolo Ferrari – il grafico in apertura – che in anno è salito del 49,12% a conferma che i margini reddituali preferiscono le nicchie e i brand forti.
Mercato dell’auto. L’elettrico è un futuro incerto
Il passaggio all’elettrico è centrale nelle strategie europee, ma il pubblico rimane scettico, alimentato da dubbi sulla sostenibilità e l’efficacia di altre tecnologie come l’idrogeno e i biocarburanti. Questa incertezza è riflessa nelle vendite: i dati più recenti del Sole 24 Ore mostrano che i volumi restano sotto del 20% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019.
Secondo il Centro Studi Promotor, le vendite di auto elettriche hanno subito l’ennesimo calo. A luglio 2024, la quota di mercato delle EV è scesa dal 14,5% dell’anno precedente al 13,6%. In Germania, un tempo tra i leader nell’elettrico, la percentuale è crollata dal 20% al 12,9%. Gli unici segnali positivi provengono dal Regno Unito, con un aumento del 10,5% dall’inizio del 2024.
Mercato dell’auto. Le case automobilistiche: chi perde e chi guadagna
In questo contesto, anche i principali produttori europei stanno soffrendo. Volkswagen ha registrato un calo delle vendite del 3,1% a luglio, anche se il bilancio da inizio anno rimane positivo (+2,9%). Stellantis, invece, ha subito una contrazione del 4,8% nel mese di luglio e dello 0,5% da gennaio. Il colosso franco-italiano continua a lottare su più fronti, sia in Europa che negli Stati Uniti.
Tra i marchi che mostrano una certa resilienza c’è Renault, che segna una crescita del 3,3% dall’inizio dell’anno. Sorprendentemente, anche la sua controllata Dacia continua a vendere bene, soprattutto con modelli a GPL come la Sandero. Toyota e BMW si distinguono per risultati positivi, con un incremento rispettivamente del 15,9% e un andamento solido. Tesla, al contrario, ha subito una flessione del 14% a luglio, mentre la cinese SAIC ha guadagnato terreno, aumentando del 15% e raggiungendo il 2% del mercato.
Mercato dell’auto. La crisi di Volkswagen e Stellantis
Le difficoltà di Volkswagen – qui sopra l’andamento dell’azione a cinque anni – sono emblematiche delle sfide del settore. Il direttore finanziario Arno Antlitz ha dichiarato che l’azienda ha solo uno o due anni per invertire la rotta. Negli ultimi sei mesi la casa produttrice tedesca ha perso il 23,12% che crolla ulteriormente dai massimi di 212,34€ di Aprile 2021 e si ritrova a Settembre 2024 con il valore di 91,80€ ad azione (un calo del 56,77%). Con la domanda in calo, l’azienda prevede la chiusura di due stabilimenti in Germania, una mossa storica per il colosso tedesco.
Il CEO Oliver Blume ha sottolineato come la concorrenza di produttori cinesi di auto elettriche stia erodendo la posizione di VW nel mercato asiatico, ha aggiunto: “Insieme, implementeremo misure appropriate per diventare più redditizi. Stiamo riportando VW dove il marchio merita di essere – questa è la responsabilità di tutti noi”.
Non va meglio per Stellantis, nel grafico l’andamento dell’azione quotata a cinque anni, dove la produzione è crollata dell’83% in un anno nello stabilimento di Mirafiori. “Fino a settembre nello stabilimento Stellantis di Mirafiori sono state prodotte 18.500 auto contro le 52mila dello stesso periodo 2023, con un calo dell’83%. Siamo di fronte a una situazione produttiva devastata e, se il trend proseguirà così, il 2024 si chiuderà con 20mila unità prodotte” a rivelare i dati è stato il segretario torinese dei metalmeccanici Cgil.
Le difficoltà produttive stanno generando cassa integrazione per migliaia di lavoratori e desertificando l’indotto nelle regioni italiane. Gli investimenti dell’azienda, tuttavia, sembrano sempre più orientati verso l’estero, come dimostrato dal piano da 386 milioni di dollari per l’Argentina.
Stellantis per l’Italia e l’Europa scommette tutto sulla Grande Panda – nella foto qui sotto, la produzione inizierà il prossimo mese di ottobre – e sulla Multipla (la Grande Panda a quattro porte) così come sulla Sportback: tutti modelli che, però, verranno prodotti nello stabilimento serbo di Kragujevac con zero effetti sull’occupazione italiana.
Mercato dell’auto. Il Green Deal europeo necessita una revisione
Il ministro dello Sviluppo e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso preoccupazioni sulla sostenibilità del Green Deal europeo, affermando oggi a Cernobbio al summit Ambrosetti che l’industria automobilistica è al collasso. “Il Green Deal così come è stato disegnato è fallito e l’industria europea è al collasso e non riesce a raggiungere i suoi obiettivi senza importanti risorse pubbliche”.
Urso chiede una revisione delle tempistiche per il passaggio all’elettrico, combinando obiettivi ambientali con la sostenibilità economica. Questa proposta riflette la necessità di un approccio pragmatico per evitare ulteriori tensioni sociali e industriali. “Non si possono aspettare 2 anni e sospendere tutti gli investimenti – conclude – bisogna decidere ora all’inizio della legislatura. Una revisione che deve portare a tempi e modalità sostenibili con neutralità tecnologica ponendo fine all’ideologia quasi religiosa del tutto elettrico”.