I Centri d’Accoglienza Straordinaria, sono stati ieri il tema di 2 incontri successivi avvenuti in prefettura. I primi ad incontrare il Prefetto Demetrio Martino e il presidente della Provincia Flavio Pasini, per discutere la collocazione di nuovi centri, sono stati il sindaco di Verona Damiano Tommasi accompagnato dall’assessore al sociale Luisa Ceni.
Tommasi per i centri accoglienza
I due amministratori hanno espresso la nota linea della sinistra sull’accoglienza nei confronti degli immigrati. L’assessore ha ribadito che quella dei centri d’accoglienza è una competenza che il governo esercita attraverso le prefetture. Ed è il governo che ha stabilito che in Veneto venga inviato il 7% degli immigrati giunti in Italia. Di questi il 19% viene mandato a Verona.
Per Tommasi e Ceni tutto questo è positivo, perché nella nostra provincia c’è bisogno di manodopera. Perciò secondo gli amministatori del Comune di Verona l’accoglienza diffusa è un fatto positivo.
Lega contro i centri d’accoglienza
Una posizione decisamente opposta a quella espressa al Prefetto dalla delegazione leghista, guidata dal segretario provinciale Paolo Borchia e da Manuel Scalzotto e composta da 18 sindaci del suo partito: di Brentino Belluno, Buttapietra, Cerea, Castel d’Azzano, Cologna Veneta, Concamarise, Erbezzo, Salizzole, Monteforte, Ferrara di Monte Baldo, Grezzana,Boschi Sant’Anna, Nogara, Vestenanova, Soave, Roncà e Zimella.
La sinistra è convinta che i Cas siano utili a reperire quei lavoratori che mancano? E allora che i nuovi centri d’accoglienza da aprire nella nostra provincia che li mettano in quei comuni dove le amministrazioni sono favorevoli al loro arrivo, senza imporli a quelli che non condividono questo sistema d’accoglienza.
Quindi, spiega Scalzotto, che il Prefetto emani i bandi per i nuovi Cas solo nei Comuni amministrati dalla sinistra, che è favorevole a questo tipo di accoglienza.
Secondo questa proposta sarebbe il comune di Verona, amministrato dalla sinistra, a fare ‘la parte del leone’ e ad accogliere il maggior numero di richiedenti asilo.
Borchia ha anche sostenuto che quello dell’ accoglienza diffusa non è un buon sistema anche perché favorisce il business e non favorisce l’integrazione.