Il virus West Nile, trasmesso principalmente da zanzare del genere Culex e identificato per la prima volta in Veneto nel 2008, è responsabile della maggior parte delle infezioni da arbovirus.
La Provincia di Verona è area ad alto rischio di trasmissione del virus, come le altre province venete ad eccezione di Belluno. L’infezione da virus West Nile (WNV) è asintomatica nella maggior parte dei casi, nel 20% dei casi causa una sindrome simil-influenzale e in meno dell’1% dei casi determina una malattia neuroinvasiva, con meningite, encefalite, paralisi flaccida acuta o sindrome di Guillain Barrè.
La sorveglianza dell’Ulss 9
La sorveglianza dei casi umani si attua tutto l’anno sull’intero territorio nazionale, con particolare attenzione nel periodo di maggiore attività del vettore, che va da maggio a ottobre, con il picco tra metà luglio e metà settembre.
L’Ulss 9 garantisce le opportune azioni di sanità pubblica. I Servizi Veterinari, con la consulenza dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e di un entomologo effettuano il prelievo e l’analisi degli insetti e la sorveglianza per rilevare la positività al virus in animali.
Per i casi di positività umana interviene il Servizio Igiene e Sanità Pubblica che effettua l’indagine epidemiologica entro 24 ore, individuando il luogo di più probabile esposizione al vettore, i fattori di rischio, le misure adottate per il controllo degli insetti (trattamenti larvicidi nelle aree private, controllo delle raccolte d’acqua, cura del verde, ecc.) e le misure adottate per la prevenzione delle punture di zanzara (repellenti, zanzariere, esposizione nelle ore più a rischio, ecc.).
Nel contempo, il personale del Dipartimento di Prevenzione provvede a effettuare un sopralluogo nel luogo in cui può essere avvenuta l’infezione, verificando l’eventuale presenza di zanzare o di larve ed eventuali criticità, come la presenza di ristagni di acqua sollecitando interventi larvicidi da parte dei privati qualora necessario.
Inoltre, il Dipartimento provvede a informare i Comuni e verifica i piani di disinfestazione, valutandone l’efficacia e dando indicazioni sulle misure da attuare, quali la ripetizione degli interventi larvicidi ordinari nell’eventualità di situazioni di rischio (ad esempio in caso di abbondanti precipitazioni e temperature medie superiori ai 25 °C, o la presenza di più casi nella stessa zona) e identifica, insieme ai Comuni dell’area interessata, eventuali siti sensibili (quali RSA, case di riposo, ospedali, parchi) in cui rafforzare le azioni di prevenzione.